Cercando un altro Egitto. La pittura di Giovanni Battista Ferrandi (1932-1991)
La riscoperta di una figura il cui itinerario creativo oscilla tra decorativismo ed astrazione
La mostra è visitabile fino al 16 aprile a Rovereto, presso l'hotel Rovereto.
"Di Giovanni Battista Ferrandi, che il padre Giuseppe, chiamava affettuosamente Giovannino, morto nel 1991 a cinquantanove anni all’ospedale di Trento, pochi oggi si ricordano, anche se scavando nella sua biografia artistica saltano fuori in ordine cronologico, tra qualche anonima penna tra stupita e compiaciuta della sua irruzione nel mondo dell’arte, i nomi di Luigi Serravalli, Gian Pacher, Renzo Francescotti, Fiorenzo Degasperi, Ulderico Manani, Giovanna Nicoletti, Nives Fedrigotti - esordisce Cossali -.
Si scopre poi che non solo nelle dimore della numerosa cerchia familiare ci sono in giro, tra Trento, Rovereto, Venezia, molte opere sue, grafiche e pittoriche, a testimoniare un’attività intensa e appassionata, segnata peraltro da personali e collettive lungo un periodo poco più che ventennale. La personalità di Ferrandi, noto alla cerchia folta degli amici come “Gioppa”, era piuttosto inquieta, attraversata talvolta anche da vera e propria sofferenza.
Le direttrici fondamentali dell’itinerario creativo di Ferrandi oscillano tra decorativismo ed astrazione con molte puntate soprattutto di ordine grafico nel campo dell’invettiva e della critica sociale e trovano il loro acme poetico, immaginativo nel ciclo egiziano che ha accompagnato il suo viaggio come persistente contrappunto. Il tema dell’Oriente e ancora più specificamente dell’Egitto, attraversa tutta la biografi a artistica di Ferrandi crescendo su se stesso in sovrabbondanza di visioni e di rispecchiamenti.
Le opere che si espongono in questa nuova occasione roveretana dimostrano ampiamente gli sviluppi della poetica di Ferrandi, compresa la sua acuta predilezione per il colore blu. Nei mandala tibetani il blu simboleggia esotericamente la condizione in cui si è superato il turbinio delle passioni e la coscienza può esaminare ogni cosa con chiarezza. Ferrandi come ogni artista che fa sul serio cercava salvezza nella pittura, cercava orizzonti più vasti, autenticità di vita, avendo consapevolezza dei propri mezzi e degli stessi limiti dell’impresa creativa.
Questo significava cercare un altro Egitto, grazie alla forza di quello storico, antico che vibra nei nostri occhi con continui bagliori, quei bagliori che coprono con la loro luce le orrende ferite dell’Egitto di oggi. Resta per noi una traccia luminosa anche del cammino artistico di Giovanni Battista Ferrandi, un cammino molto più intenso di quanto molti abbiano potuto nel tempo passato pensare e che con questa mostra e con questo catalogo vogliamo riabilitare e in ogni caso togliere da un colpevole oblio".
07/04/2016