"Decostruzione della famiglia: 'Vedi adesso allora' di Jamaica Kincaid"
Letteratura generi e affetti: per una cittadinanza condivisa: l'appuntamento si è svolto giovedì 19 febbraio alle 18 presso il Dipartimento di lettere e filosofia dell'Università di Trento
La Società delle Letterate, fondata nel 1995 per iniziativa di Liana Borghi e Annamaria Crispino, raccoglie l’adesione di un gruppo di donne impegnate a vario titolo nella letteratura. Molto attiva anche a Trento, in collaborazione con il Centro Studi interdisciplinari di genere dell’Università di Trento, la Sil propone Letteratura generi e affetti: per una cittadinanza condivisa, un ciclo di seminari in programma fino a maggio che si svolge presso lo stesso Dipartimento di lettere e filosofia di Via Gar.
In tale contesto giovedì 19 alle 18 Giovanna Covi, docente presso lo stesso Dipartimento, interverrà su Decostruzione della famiglia: «Vedi adesso allora» di Jamaica Kincaid.
“Ecco dunque che con una storia apparentemente banale—la fine di un matrimonio, il proprio— Kincaid ancora una volta ci restituisce un’elaborazione teorica che può cambiare il modo in cui gestiamo i nostri vissuti – racconta Covi.
Gli affetti in questa storia di divorzio sono rigorosamente pratiche politiche; in quanto tali costringono l’etica a farsi pensiero critico, la scrittura ad accettare il rischio di un linguaggio interlocutorio e di un’ontologia incerta.
Il confronto con il potere degli schemi sessuali che regolano il matrimonio approda a un ripensamento fondamentale della cultura stessa: lo sfacelo dell’amore tra il Signor e la Signora Sweet è lo sfacelo non solo dell’idea di famiglia felice, ma anche dei ruoli di genere, delle definizioni di parentela e della cultura che le sostiene.
Per questo la lettura di Vedi adesso allora offre molto di più di quanto promesso nel retro di copertina, più dell’inimitabile raffigurazione di un inferno interiore. Kincaid non solo, per sua stessa ammissione, supera lo sfogo autobiografico per riflettere filosoficamente sul trascorrere del tempo, ma soprattutto porta il privato nel pubblico per decolonalizzare la lingua e lo schema di pensiero entro cui è costretto, per perseguire una società più equamente, per quanto precariamente, condivisa”.
da Leggendaria novembre 2014
17/02/2015