Due giorni al tempo di Augusto. La storia, la favola
Duplice appuntamento con Luciano Canfora presso il Dipartimento di lettere e filosofia di Trento: mercoledì 29 aprile alle 17 e giovedì 30 alle 11
Da Augusto figlio di Dio (Laterza, 2015) proponiamo l'incipit della Parte V "Le memorie di Augusto":
Il 13 gennaio dell’anno 27 Ottaviano ‘restauro la repubblica’: ≪Restituii il potere al Senato e al popolo≫(Res gestae, 34). Poteva sembrare un colpo di scena analogo a quello con cui Silla ‘depose la dittatura’ (79 a.C.), sopravvivendo pero a se stesso appena un anno; comunque una soluzione agli antipodi di quella cesariana di farsi attribuire la dittatura a vita attirandosi cosi, di lì a poco, un attentato mortale. Gli ipercritici negano senza alcun motivo che Cesare abbia celiato dicendo: ≪Silla era un analfabeta politico, poiché depose la dittatura≫: inutile lotta professoria contro le fonti di Svetonio (Vita di Cesare, 77).
Guardandosi bene dal replicare l’errore di Cesare e compiendo invece un gesto apparentemente analogo a quello di Silla, Ottaviano seppe invece garantirsi la continuità di fatto del potere, simboleggiata dalla escogitazione del ruolo rilevantissimo ancorché informale di Augustus. Lui stesso descrive la geniale escogitazione con parole accorte: ≪A partire da quel momento fui superiore a tutti in auctoritas, ma non ebbi potere (potestas) superiore a quello degli altri che furono volta a volta miei colleghi nelle magistrature≫ (Res gestae, 34, 3).
Era in sostanza quel ruolo di princeps in re publica che Cicerone aveva sognato e che Pompeo aveva occupato de facto per molti anni, una volta diventato ≪Magno≫ per aver conquistato l’Oriente. Con buona pace delle sottigliezze e delle infinite dispute sui poteri di Augusto, con questa scelta ‘pompeiana’ in antitesi rispetto alla deriva monarchica del padre suo Cesare (cui tutto doveva) Augusto creo un nuovo modello costituzionale alla lunga instabile perché fondato sull’equivoco. Lui pero nonostante la salute presuntamente malferma governo in queste forme per altri quarant’anni, e le crisi derivanti da quell’equivoco esplosero ben dopo di lui. Egli poté godersi il suo capolavoro. E una volta proclamata conclusa la sua opera ‘restauratrice’ decise di dover scrivere le sue ≪memorie≫.-
Luciano Canfora è storico del mondo antico e filologo italiano (n. Bari 1942). Docente di filologia latina e greca, profondo conoscitore della cultura classica, che studia con un approccio multidisciplinare, è autore anche di importanti studi sulla storia antica e su quella contemporanea (da Treccani)
27/04/2015