Fortunato Bartolomeo De Felice

Una duplice iniziativa proposta dall'Accademia roveretana degli Agiati: una mostra presso la biblioteca civica di Rovereto e un convegno 

[ Accademia roveretana degli Agiati]

L’Accademia roveretana degli Agiati, in collaborazione con la Fondation De Felice di Yverdon e la Biblioteca civica «G. Tartarotti» di Rovereto, dedica una duplice iniziativa a Fortunato Bartolomeo De Felice (Roma, 1723 – Yverdon, 1789), una delle figure più irrequiete, poliedriche e cosmopolite della cultura del Settecento europeo.

Lo fa con una mostra e un convegno, il primo che si organizza in Italia sull’intellettuale, ed è anche la prima volta che si assegna il Prix De Felice fuori dai confini della Svizzera.  

A partire da giovedì, infatti, e fino al 5 dicembre presso la biblioteca roveretana sarà allestita la mostra Fortunato Bartolomeo De Felice (1723-1789): un mediatore culturale nell’Europa dei Lumi che si avvale dei pannelli illustrativi forniti direttamente dalla Fondation De Felice di Yverdon, mentre i materiali bibliografici provengono dalle biblioteche trentine. Tra questi sarà esposta la copia dell’Encyclopédie ou Dictionnaire universel raisonné des connaissances humaines, detta anche Encyclopédie d'Yverdon, che si conserva presso la Biblioteca di San Bernardino di Trento (in Italia se ne contano solo 4 esemplari).

Venerdì, invece, presso la sala conferenze della Fondazione Cassa di risparmio di Trento e Rovereto (piazza Rosmini), con inizio dei lavori alle 9, si svolgerà la giornata di studio internazionale Fortunato Bartolomeo De Felice (1723-1789): un intellettuale cosmopolita nell’Europa dei Lumi,che si concluderà alle 19 con la cerimonia di consegna del «Premio De Felice».

L’attenzione andrà soprattutto al periodo italiano di De Felice e al rapporto tra cultura cattolica e protestante, anche in Italia. Un personaggio che oggi è considerato uno dei grandi mediatori culturali dell'Europa illuminista.

Fortunato Bartolomeo De Felice fonde insieme tratti comportamentali e atteggiamenti intellettuali che spesso la storiografia dei Lumi tende a non unire tra loro, preferendo assegnarli a cliché prestabiliti. Il frate francescano, dopo essere fuggito per ben due volte dall’Italia, la prima per motivi sentimentali, la seconda per ragioni religiose, nel 1757 si trasferisce per sempre in Svizzera. Convertitosi subito alla fede protestante, è costretto a rinunciare definitivamente alla carriera universitaria, accettando di assumere svariati incarichi professionali, come quelli di giornalista, scrittore, educatore, editore ed enciclopedista. Inoltre il rifugiato ricopre l’importante ruolo di mediatore intellettuale tra la Svizzera e il resto d’Europa, mantenendo un ininterrotto interesse nei confronti della situazione culturale della sua ex patria. 

redazione

12/11/2015