Gli Organismi di parità universitari:un impegno per il benessere delle persone e dell'organizzazione

Se si lavora bene, si sta bene: presso l'Università di Trento una giornata di studi che muove da questa convinzione

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Se si lavora bene, si sta bene. È con questa convinzione che da anni gli organismi di parità e i comitati unici di garanzia si adoperano all’interno delle pubbliche amministrazioni e delle università per promuovere il miglioramento del clima organizzativo. Benessere organizzativo è un termine ampio che, nel concreto, vuol dire lotta alle discriminazioni sul posto di lavoro, promozione della qualità della vita e delle pari opportunità ma anche prevenzione e gestione del rischio dei lavoratori e delle lavoratrici.

 “Gli organismi di parità, obbligatori da attivare nelle Pubbliche amministrazioni, si occupano di altre competenze oltre a quelle legate alle differenze di genere e alla promozione delle differenze. Il testo unico sulla sicurezza, (D.lgs. 81/2008 e successive modificazioni), parla infatti di valutazione globale dei rischi, compresi quelli collegati allo stress lavoro correlato, e integra la categoria delle differenze (genere, età, ecc.), quale prospettiva indispensabile nell’attività di formazione, prevenzione e gestione del rischio dei lavoratori e delle lavoratrici”.

È Patrizia Tomio, presidente della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane, a introdurci con questa premessa a Gli Organismi di parità universitari:un impegno per il benessere delle persone e dell'organizzazione, la giornata di studi in programma venerdì 18 presso il Dipartimento Sociologia e Ricerca sociale dell’Università degli Studi di Trento, via Verdi 26.

"Garantire il benessere organizzativo all’interno delle amministrazioni pubbliche è un compito pesante e assolutamente importante – prosegue Tomio - almeno per due ragioni fondamentali. La prima è, appunto, legata alla sicurezza, ma la seconda riguarda l’efficienza. Un’ampia letteratura dimostra, appunto, che il benessere organizzativo è strettamente legato all’efficienza. "Sono diversi i soggetti chiamati a farsi carico di questo obiettivo e a concorrere alla sua realizzazione: dai Delegati del Rettore con competenze in materia ai Comitati Unici di garanzia, dal Nucleo di valutazione agli uffici amministrativi che si occupano di risorse umane, fino alle figure della consigliera di fiducia e dei professionisti che offrono servizio di sostegno psicologico.

Punto di partenza, naturalmente, è la conoscenza della situazione esistente, individuarne i punti di forza e di debolezza, per intraprendere azioni adeguate. Pur nella consapevolezza che si tratta di un compito complesso, è necessario ‘crederci’ e gli interventi normativi si indirizzano in questo senso, in qualche modo obbligando le amministrazioni affinché si impegnino a creare opportunità per migliorare il benessere. Una finalità i cui benefici effetti si ripercuotono sul complesso della struttura. Un rischio, come quello psicosociale o da stress lavoro correlato, ha ripercussioni sulla salute delle singole persone, ma anche su quella della pubblica amministrazione, delle imprese e delle economie nazionali – conclude”.

E' stata scelta la formula della giornata di studio e non del convegno classico, proprio per sottolineare l’importanza del momento di scambio tra le varie realtà che intervengono. Il mattino sarà dedicato ad alcuni interventi che offrono una panoramica sul quadro normativo generale, mentre nella seconda parte si alterneranno interventi mirati, appunto, allo scambio di esperienze per condividere non solo la competenza ma anche le buone prassi.

Alcuni dati:

Secondo le stime più recenti, ben il 22% dei lavoratori europei soffre di stress, una patologia seconda soltanto ai disturbi muscolo-scheletrici. Si calcola che lo stress sia la causa in Europa del 50-60% delle giornate lavorative perse con un costo economico di 20 miliardi di euro all’anno (dati Eurofound). E in Italia le cose non vanno meglio: 1 lavoratore su 4 dichiara di soffrire di stress da lavoro. Ma il problema resta in gran parte ignorato, dato che soltanto il 40% delle imprese italiane mostra interesse per il problema e una minima parte (il 20%) dichiara di affrontarlo con interventi formativi o rivedendo l’organizzazione del lavoro (dati Inail 2005).

A Trento si ritroveranno infatti i rappresentanti dei Comitati universitari che operano nei vari atenei italiani con riferimento alle tematiche delle pari opportunità e del benessere organizzativo. La giornata inizierà alle 10 con un saluto istituzionale da parte del direttore generale Alex Pellacani e di Barbara Poggio, prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università di Trento.

A seguire un’introduzione di Patrizia Tomio, presidente della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane. Durante la giornata di studio interverranno Germana Barone (Università di Catania), Rita Biancheri (Università di Pisa), Maria Antonella Cocchiara (Università di Messina), Daniela Falcinelli (Università di Milano), Franco Fraccaroli (Università di Trento), Renata Kodilja (Università di Udine), Lucia Silvotti (Università di Parma), Francesca Torelli (Consigliera di Fiducia presso alcuni Atenei), Tiziana Vettor (Università Milano Bicocca).

L’evento è organizzato dalla Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane e dal Comitato Unico di Garanzia dell'Università di Trento. 

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17/03/2016