I ritmi della percezione: come vediamo la realtà?
Al Cimec dell’Università di Trento continua la ricerca per scoprire sempre più a fondo i meccanismi di funzionamento del cervello
Dal Cimec dell’Università di Trento arrivano degli interessanti risultati su come il cervello umano raccoglie e rielabora gli stimoli visivi che poi appaiono come un flusso continuo. La ricerca è condotta da Luca Ronconi e David Melcher, che raccontano:
«La domanda che ci siamo posti è stata: vi è un unico ritmo di campionamento delle informazioni nel tempo o vi sono piuttosto diversi ritmi che determinano il campionamento delle informazioni per diverse finestre temporali? In generale quello che dimostriamo nel nostro studio è la coesistenza di più (almeno due) ritmi che sono presenti allo stesso tempo nella nostra attività cerebrale, ma con effetti diversi sulla percezione».
Per dimostrare la coesistenza di ritmi diversi «Abbiamo “ingannato” i nostri partecipanti presentando loro degli stimoli che pur essendo sempre uguali, potevano essere percepiti come eventi distinti (quali erano) o, al contrario, come eventi unici. Abbiamo misurato l’attività elettrica cerebrale mediante l’elettroencefalografia (EEG) e abbiamo usato anche una metodica innovativa (un classificatore) in grado di predire accuratamente la percezione del soggetto dall’attività elettrica cerebrale immediatamente precedente alla presentazione degli stimoli. In altre parole riuscivamo a predire ancora prima dell’evento come quell’evento sarebbe poi stato percepito dal soggetto (come un evento unico o piuttosto come eventi distinti)».
«I risultati hanno confermato che ritmi diversi del cervello determinano diversi aspetti della percezione. Un ritmo più veloce per percepire stimoli a poche decine di millisecondi di distanza, un ritmo più lento per percepire stimoli che venivano proposti a intervalli più ampi. I ritmi cerebrali più lenti possono “mascherare” la discontinuità e assicurarci l’impressione di una realtà continua nonostante la nostra percezione abbia dei limiti e operi tramite piccole finestre nel tempo» concludono.
Prosegue dunque la ricerca di base sul cervello, per scoprirne sempre più a fondo i meccanismi di funzionamento, e lo studio di Ronconi e Melcher ha puntato l’attenzione sulla velocità diversa con la quale il cervello lavora, in altre parole sulla coesistenza di più ritmi nell’attività cerebrale che portano a effetti diversi sulla percezione. La ricerca fa parte del progetto ERC "Construction of perceptual space-time" (“Costruzione dello spazio-tempo percettivo”) ed è stata pubblicata in questi giorni su PNAS – Proceedings of the National Academy of Sciences, prestigiosa rivista scientifica statunitense, organo ufficiale della United States National Academy of Sciences. Il primo autore è Luca Ronconi, assegnista di ricerca al CIMeC (Centro Mente/Cervello dell’Università di Trento). Tra i firmatari dell’articolo c’è anche David Melcher, principal investigator del progetto ERC e professore del CIMeC.
L’articolo
L’articolo, pubblicato con il titolo “Multiple oscillatory rhythms determine the temporal organization of perception", è disponibile in modalità open access all’indirizzo:
05/12/2017