Il 2020 del Centro Documentazione Luserna / Dokumentationszentrum Lusérn onlus
Da aprile tre nuove mostre racconteranno l'intreccio tra natura, ambiente e comunità cimbra
Con l'importante risultato degli oltre 12.000 visitatori, il Centro Documentazione Luserna - Dokumentationszentrum Lusérn Onlus (apertura da aprile a novembre) chiude il 2019 guardando al prossimo anno con una rinnovata offerta culturale. Duplice l'azione dell'ente: avvicinare i visitatori alla storia e al presente della minoranza cimbra, e proprio grazie all'attività dello stesso Centro, contribuire a mantenere viva la comunità e garantire una parte di indotto per evitare un ulteriore spopolamento.
Sono tre le interessanti mostre che animeranno il 2020 dell'altopiano: "VIVERE NELLE ALPI. Architetture in legno della tradizione"; LA STORIA DE L'ORS. L'orso nella cultura popolare trentina"; "SOLO IL VENTO BUSSAVA ALLA PORTA. Uomini e donne di montagna negli scatti di Flavio Faganello (1933-2005)".
Con lo sguardo volto all'aprile del prossimo anno, il presidente del Centro Fiorenzo Nicolussi Castellan anticipa i contenuti delle mostre, che racconteranno le specificità della comunità cimbra:
1. "VIVERE NELLE ALPI. Architetture in legno della tradizione"
Molti sono gli aspetti attraverso i quali si manifesta l'essenza di un popolo e della sua cultura. Senza dubbio l'abitazione, con tutti i suoi annessi, ne è il prodotto più rappresentativo: “l'abitare” è un fatto spontaneo connaturato all'uomo. Il microcosmo famigliare, i rapporti sociali, le abitudini, le credenze, le attività di una cultura sono tutte fisicamente sintetizzate nelle forme abitative. La mostra Vivere nelle Alpi. Architetture in legno della tradizione vuole rappresentare l'essenza stessa dei popoli alpini. Nell'architettura tradizionale è sotteso l'ingegno di una comunità che ha imparato a coabitare con uno specifico ambiente. La casa tradizionale alpina, con tali presupposti, può essere vista come la perfetta sintesi della simbiosi fra paesaggio e popolazioni che lo vivono. In particolare l'esposizione metterà in evidenza l'impiego dei due elementi dominanti la montagna: la pietra e il legno. Nelle vallate alpine le multiformi costruzioni legate al mondo rurale erano realizzate per vivere un territorio montano secondo regole di comunità che con la natura avevano imparato a vivere e convivere, traendo da essa le condizioni di uno sviluppo economico, diremmo oggi, a “impatto 0”.
La mostra – attraverso le rappresentazioni e i modelli delle case, dei granai, delle stalle, dei fienili, delle malghe, dei masi, degli alpeggi – vuole evidenziare, avvalendosi anche di una corposa parte didattica, le motivazioni che hanno portato a determinate forme e soluzioni costruttive (a volte di alta ingegneria) che, dettate da analoghe esigenze, variano di valle in valle su tutto l'arco alpino. Intento non secondario è quello di codificare e portare alla conoscenza del pubblico le caratteristiche peculiari delle costruzioni legate a un determinato ambiente, soprattutto oggi che la varietà delle culture locali tende ad appiattirsi dentro un unico orizzonte culturale. Contemporaneamente vuole produrre un interesse per la riscoperta del patrimonio edilizio rurale, comprenderne i processi che l'hanno prodotto e porre le basi per conservarlo e trasmetterlo alle generazioni future. La mostra viene realizzata in collaborazione con il Museo di San Casciano, l'Università di Firenze e con l'Ordine degli Architetti della Provincia di Trento.
Oltre ai pannelli saranno presenti numerosi modelli in scala in legno (miniature). Il focus della mostra sarà l'architettura nelle zone di insediamento delle comunità germanofone sulle Alpi e, in particolare, della comunità cimbra. Un grande diorama riprodurrà la ricostruzione di un edificio rurale tipico dell'area cimbra. Particolare rilievo sarà dato agli insediamenti abitativi della minoranza linguistica cimbra tra Veneto e Trentino.
Per la realizzazione della mostra saranno necessari, oltre alla cura scientifica e allestimento: stampe digitali, realizzazione modello ambientato di malga/edificio rurale tipico cimbro, restauro di modelli in scala esistenti provenienti da collezioni museali, trasporti, progetti grafici, stampa pannelli.
I testi saranno proposti in lingua cimbra, italiana, e tedesca, con abstract in lingua inglese.
2) "LA STORIA DE L'ORS. L'orso nella cultura popolare trentina".
Dopo il grande successo della mostra "Il ritorno del lupo", allestita nel 2018 e integrata nel 2019 con la mostra "Fratello lupo" (con la quale si è documentato l'impiego dei discendenti del lupo, i cani, in cinofilia, con particolare riferimento alla protezione civile) si è deciso di confermare il filone di approfondimento di argomenti di carattere faunistico.
Nel caso della nuova proposta espositiva la finalità è quella non tanto di documentare l'attuale presenza dell'orso in ambito alpino ma analizzare in modo divulgativo, attraverso alcuni elementi chiave di lettura, la presenza del plantigrado in area trentina dalla preistoria fino ai giorni nostri. Dalle incisioni degli uomini primitivi passando per le raffigurazioni negli ex voto o nell'arte delle dimore storiche, passando attraverso proverbi, modi di dire, toponimi, leggende, cronaca e storia locale: diverse chiavi di lettura per documentare la costante presenza nei secoli di questo animale accanto alle comunità di montagna, amato o temuto ma comunque elemento integrante della vita quotidiana. La mostra sarà realizzata attraverso diorami con la proposta di scene simboliche inerenti il rapporto tra uomo e orso nei secoli, pannelli con materiale documentario, video e una piccola area ludico/didattica per bambini. II testi saranno proposti in lingua italiana, cimbra, tedesca, con abstract in lingua inglese.
In particolare la mostra prevede la creazione di un percorso espositivo nella mansarda dell'edificio che si articolerà in senso cronologico, partendo dalle prime testimonianze della presenza dell'orso in area trentina per arrivare fino all'età contemporanea, impiegando scenografie (anche in vetroresina), esemplari tassidermizzati, la ricostruzione di un orso preistorico, la riproduzione di una figura umana realistica (per ricostruire una scena di caccia), pannelli testuali e fotografici. Altri materiali, connessi ai temi della mostra, saranno acquistati o ottenuti in prestito e posizionati all'interno di vetrine già esistenti.
3) "SOLO IL VENTO BUSSAVA ALLA PORTA. Uomini e donne di montagna negli scatti di Flavio Faganello (1933-2005)"
Nel 2020 ricorre il quindicesimo anno dalla scomparsa di Flavio Faganello.
Riduttivo chiamarlo fotografo: in decenni di attività, attraverso uno stile unico e riconoscibile, impiegando mirabilmente il bianco e nero, ha reso eterni gli sguardi e le pose di uomini e donne della montagna trentina in una fase di profonda trasformazione, a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, rendendo immortali nei suoi scatti momenti di una quotidianità in parte oggi svanita. Nel 1970, cinquant'anni fa, insieme al giornalista Aldo Gorfer, pubblicò il volume "Solo il vento bussa alla porta": una vera e propria inchiesta che documentava lo spopolamento di villaggi della montagna trentina, sottolineando con malinconia la dissoluzione di un patrimonio identitario e culturale ma contribuendo nel contempo a immortalarlo attraverso l'obiettivo fotografico. Con questo percorso espositivo il Centro Documentazione Luserna, attraverso una attenta selezione di una quarantina di immagini provenienti dal fondo depositato presso l'Archivio Fotografico della Provincia Autonoma di Trento, vuole rendere omaggio non solo ad uno degli artisti e interpreti della contemporaneità più amati in Trentino ma anche a tanti uomini e donne che hanno lottato (e ancora oggi lottano) per tenere vivi i villaggi di montagna e, con essi, un patrimonio millenario di saperi, tradizioni, sentimenti e affetti.
La mostra sarà realizzata attraverso una quarantina di stampe in qualità fotografica con didascalie.
Essa sarà allestita al piano terra del Centro Documentazione.
I testi saranno proposti in lingua italiana, cimbra, tedesca, con abstract in lingua inglese.
05/12/2019