Il tamburo ritrovato

Il Grande Concerto di Natale all'auditorium Santa Chiara diventa musical

È il 26 dicembre 1990 quando la Federazione dei Corpi Bandistici del Trentino, allora presieduta da Giovanni Lechthaller, dà vita al primo Grande Concerto di Natale. Una tradizione che quest’anno prosegue con una formula rinnovata. Sarà infatti il musical fiemmese “Il tamburo ritrovato” allestito dalla Banda Sociale “Erminio Deflorian” di Tesero il protagonista del Gran Concerto di Natale della Federazione dei Corpi Bandistici della Provincia di Trento, in programma al Teatro Auditorium di Trento la sera di Santo Stefano alle 20.45.

Si tratta della riproposizione di uno spettacolo che nell'estate 2016, ha registrato il tutto esaurito per tre spettacoli di fila. Per la prima volta, in Italia, a livello amatoriale un’orchestra di fiati, un coro, un corpo di ballo e una compagnia teatrale diventano il fulcro di uno spettacolo musicale che restituisce al pubblico una storia di speranza, solidarietà e determinazione di un popolo, durante le invasioni napoleoniche nel Principato Vescovile di Trento e nella Contea del Tirolo.

Il musical, ideato e voluto dalla Banda Sociale di Tesero nel 2016 per aprire i festeggiamenti dei suoi 200 anni di vita, dura circa un’ora e mezza, avvalendosi di scenografici contributi multimediali. Sul palco si alternano 200 artisti fra bandisti, attori, cantanti-attori, coristi, voci bianche, ballerine e comparse.

Se per l’Italia è il primo musical per orchestra di fiati, per la Val di Fiemme è uno show senza precedenti anche perché ha saputo coinvolgere un’incredibile varietà di talenti. Lo spettacolo restituisce una storia, lunga 18 anni, di speranza, solidarietà e determinazione del popolo fiemmese, durante le invasioni napoleoniche. Queste guerre hanno segnato un’epoca di radicali mutamenti per la Magnifica Comunità di Fiemme e i suoi Vicini che fino ad allora avevano vissuto 700 anni di pace. Il periodo storico individuato per l’opera è collegato all’anniversario, dal momento che la Banda di Tesero è nata attorno all’anno 1817, solo quattro anni dopo l’ultima battaglia avvenuta a Panchià, in località Le Venzan (1813).

La sceneggiatura è frutto del lavoro a quattro mani che ha visto in prima fila il maestro della banda Fabrizio Zanon e il regista Michele Longo, con la collaborazione dell’attore e regista Alessandro Arici e dello storico Luca De Marco.

La parte musicale, commissionata al compositore maestro Luciano Feliciani, è in stile moderno e mira a ricreare le atmosfere e i sentimenti dell’epoca. Il coro è stato preparato dal maestro Alberto Zeni, mentre le coreografie sono di Angela Deflorian.

Lo spettacolo coinvolge musicisti della Banda di Tesero, coristi provenienti dai cori di Tesero e di altri paesi delle Valli di Fiemme e Fassa, attori-cantanti della Val di Fiemme, attori della Filodrammatica di Tesero, le ballerine del Centro Danza di Tesero e il Comitato rievocazioni storiche di Cavalese.

TRAMA DELL’OPERA

Val di Fiemme, 2017. Leonardo, un ragazzo di Tesero, facendo ordine in soffitta, si imbatte in un vecchio tamburo tutto logoro e malandato. Subito corre dalla zia Zena, che gli racconta che quello non è un tamburo qualsiasi: è l’ultimo tamburo militare francese che ha suonato in Val di Fiemme. Era andato “perduto” e con esso si stava perdendo pure la conoscenza dei tragici eventi che hanno segnato anche la Val di Fiemme e la sua gente (i “Vicini”) durante le guerre napoleoniche e il dominio franco-bavarese e franco-italico nell'allora Principato Vescovile di Trento e nella Contea del Tirolo. Si tratta infatti del tamburo rimasto sul campo di battaglia a Le Venzan presso Panchià, nel 1813, dopo l’ultimo scontro avvenuto in Fiemme fra le milizie delle valli dolomitiche (tra cui gli stessi bersaglieri fiamazzi) e le truppe napoleoniche (franco-italiche), ormai in ritirata dopo diciotto anni di ripetute invasioni sul territorio di Fiemme.

Grazie a una sorta di magia, il vecchio tamburo riporta i due protagonisti indietro nel tempo alla fine del '700 – inizio ‘800 (l’epoca del principe-vescovo Pietro Vigilio Thun e dell’eroe della Val Passiria Andreas Hofer), facendo rivivere loro alcune delle vicende che hanno segnato un’epoca di radicali mutamenti anche per la Magnifica Comunità di Fiemme e i suoi abitanti: se più a nord l’arrivo delle truppe napoleoniche e il dominio franco-bavarese in valle - per la prima volta dopo almeno sette secoli di pace - decretò infatti il venir meno dell’autonomia della Comunità stessa rispetto ai poteri feudali, pure essi secolarizzati.

            


20/12/2017