J.R.R. Tolkien “autore del secolo” o, come hanno addirittura decretato i clienti di Amazon, “del millennio”?
Fulvio Ferrari, direttore del Dipartimento di lettere e filosofia dell'Università di Trento, ci racconta il fascino della letteratura fantastica
Sono stati in molti a stupirsi o a indignarsi quando, all’inizio dello scorso decennio, una serie di sondaggi condotti in paesi di lingua inglese – ma non solo – hanno rivelato che J.R.R. Tolkien è considerato dalla maggioranza dei lettori l’ “autore del secolo” o, come hanno addirittura decretato i clienti di Amazon, “del millennio”.
Classifiche del genere, nel campo dell’arte, sono naturalmente insensate, gli esiti di questi sondaggi confermano tuttavia un’impressione che chi lavora alla formazione dei giovani (nel mio caso insegnando in una università) non può non avere: in un’epoca in cui non esiste più un canone letterario condiviso da tutte le persone colte, e in cui anche la Bibbia e i Promessi sposi sono letture di una minoranza, si può far conto che la quasi totalità degli studenti universitari, a prescindere dall’indirizzo di studi scelto, abbia letto o abbia intenzione di leggere Il signore degli anelli o Lo hobbit.
Tolkien ha creato un mondo finzionale – un “mondo secondario” direbbe lui – che generazioni di lettori hanno esplorato ed esplorano e che fornisce loro un codice linguistico e simbolico condiviso. Basterebbe questo a legittimare lo studio critico e scientifico della sua opera, anche se, indubbiamente, per comprenderne appieno i meccanismi narrativi e le ragioni testuali che determinano l’efficacia della sua scrittura è preferibile che a occuparsene siano studiosi che non respingano a priori il fascino della letteratura fantastica e che, pur mantenendo vigile l’attenzione critica, si lascino incantare dal suo mondo e dalle sue storie.
Tutto questo è stato ampiamente dimostrato nei due giorni di convegno che il Dipartimento di Lettere e Filosofia ha organizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana di Studi Tolkieniani sul tema “All’ombra del Signore degli anelli: le opere minori di Tolkien”: una iniziativa che ha visto un gran numero di studenti partecipare a una discussione sicuramente non “divulgativa” sulle opere meno note dell’autore inglese.
La definizione “opere minori” è sicuramente discutibile. Tolkien ha lavorato per tutta la sua vita alla creazione di un compatto universo letterario, dotato di una propria storia (dalla creazione ai tempi della fine), di una propria geografia e di un proprio complesso e coerente sistema linguistico. Da questo lavoro di costruzione emergono come iceberg le opere pubblicate durante la sua vita, Lo hobbit e Il signore degli anelli. Solo dopo la sua morte il figlio Christopher ha dato inizio alla pubblicazione dell’imponente materiale manoscritto lasciato dal padre. Pur con tutti i dubbi che tormentano il filologo, costretto ad affidarsi al lavoro di ricostruzione di Christopher Tolkien, resta il fatto che il lettore di oggi può vedere formarsi passo per passo l’universo tolkieniano e scoprire al suo interno nuclei narrativi, esperimenti letterari, abbozzi che allargano e approfondiscono la conoscenza del grande scrittore fantasy.
A questo mare magnum di materiale legato al mondo della Terra di Mezzo si affiancano poi opere che spesso sono sfuggite all’analisi critica o perché sbrigativamente etichettate come letteratura per l’infanzia – si pensi ad esempio a Roverandom o a Mr. Bliss – o perché strettamente legate agli studi del Tolkien filologo sul mondo medievale, come è il caso di Il ritorno di Beorhtnoth, figlio di Beorhthelm, riflessione in forma dialogica sul celebre poemetto anglosassone La battaglia di Maldon, che tanto affascinava anche Borges. Non sono infine da dimenticare i saggi che Tolkien dedicò ad alcune delle sue grandi passioni letterarie: i contributi critici allo studio di Beowulf e della Battaglia di Maldon sono ancora oggi al centro del dibattito scientifico e il celebre saggio Sulle fiabe apre prospettive inaspettate sulla moderna concezione degli universi finzionali.
Di tutto questo e di altro ancora si è parlato nelle giornate trentine. Il successo dell’iniziativa ci permette di sperare che si tratti solo di un inizio.
http://webmagazine.unitn.it/eventi/5259/le-opere-minori-di-tolkien
09/06/2015