L’attualità di Rosmini e le potenzialità del rosminianesimo

Un nuovo direttore, una nuova sede e una rivista online che diffonderà il dibattito su Rosmini nella
comunità scientifica internazionale.

[ Biblioteca rosminiana Rovereto]

 “Si potrebbe quasi parlare di un ‘rinascimento’ della figura di Antonio Rosmini, per gli studi e approfondimenti che gli sono stati dedicati negli ultimi anni. Ruolo importante in tutto ciò ha senz’altro avuto anche la beatificazione, avvenuta nel 2007”.

Ha più volte sottolineato l’attualità di Rosmini e le potenzialità del rosminianesimo nel contemporaneo Fulvio De Giorgi, il nuovo direttore del Centro di studi e ricerche "Antonio Rosmini".

Un’attualità che si esprime attraverso tre principali considerazioni: il contributo del pensiero rosminiano al Risorgimento e all’unità d’Italia, il confronto con la modernità che ne fa un precursore del Concilio Vaticano II, la filosofia rosminiana come nuovo tipo di realismo al termine della stagione del post-moderno.

Ordinario di Storia dell'educazione e della pedagogia all'Università di Modena Reggio Emilia, De Giorgi pone l’attenzione sui due baricentri, le due “spie” attraverso cui avverrà il rilancio del Centro: la sinergia tra l’Università di Trento e istituzioni culturali roveretane, unita alla dimensione di ricerca nazionale e internazionale.

Accanto al nuovo direttore, il Centro avrà una nuova sede nel cuore di Rovereto, presso il Palazzo della Fondazione Caritro in Piazza Rosmini. Una sede prestigiosa – ha commentato Fabrizio Rasera, presidente dell'Accademia Roveretana degli Agiati - messa a disposizione dalla stessa Accademia, altro partner nel progetto del Centro insieme ai Padri rosminiani e alla Biblioteca Rosminiana.

Altra novità per il 2015 il lancio della rivista online "Rosmini Studies", presentata dal suo direttore Fabrizio Meroi (docente del Dipartimento di lettere e filosofia), che aiuterà ad approfondire e far conoscere a livello internazionale il pensiero e la figura di "Antonio Rosmini" da molti considerato il più significativo filosofo italiano dell'Ottocento per i suoi studi in ambito metafisico ed etico, politico e pedagogico.

La conferenza stampa si è svolta ieri (16 febbraio) presso il Rettorato di via Calepina alla presenza del rettore ad interim, Aronne Armanini e del sindaco di Rovereto, Andrea Miorandi. 

Antonio Rosmini, breve biografia

Antonio Francesco Davide Ambrogio Rosmini Serbati nacque a Rovereto il 24 marzo 1797. Compì gli studi teologici presso l'Università di Padova e nel 1821 ricevette l'ordinazione sacerdotale, ma in questi anni Rosmini mostrava già una profonda inclinazione per gli studi filosofici, incoraggiato in tal senso dallo stesso Papa Pio VII. Nel 1826 si trasferì a Milano, dove strinse un profondo rapporto d'amicizia con Alessandro Manzoni, che di lui ebbe a dire: "è una delle sei o sette intelligenze che più onorano l’umanità". I suoi scritti destarono l'ammirazione, tra gli altri, anche di Niccolò Tommaseo e Vincenzo Gioberti, dei quali divenne amico.

Nel 1828 fondò a Domodossola la congregazione religiosa dell'Istituto della Carità, detta dei "rosminiani". Sulla scia di sant’Agostino, Rosmini elaborò un originale pensiero filosofico, ispirato a un confronto aperto e dialettico sia con l'illuminismo francese che con l’idealismo tedesco. Sottolineando l'inalienabilità e la priorità dei diritti naturali della persona, fra i quali quello della proprietà privata, entrò in polemica con il socialismo e il comunismo, postulando uno Stato il cui intervento fosse orientato alla regolazione di tali diritti e al servizio delle istituzioni nelle quali essi primariamente si esprimevano, a partire dalla famiglia.

Breve, ma molto significativa la parabola del Rosmini politico. Nell’agosto del 1848 fu incaricato dal Regno sardo di una delicata missione diplomatica, volta a creare in Italia una Confederazione di stati presieduta dal Papa. Dopo la proclamazione della Repubblica romana, seguì Pio IX a Gaeta e nel nuovo clima politico vide la condanna della sua opera più famosa, il libro Delle cinque piaghe della Santa Chiesa. Rimasto fautore del costituzionalismo e vicino al cattolicesimo liberale, fu costretto a ritirarsi sul Lago Maggiore, a Stresa. Qui restò sino alla morte, avvenuta a 58 anni, il 1 luglio 1855. Figura scomoda e controversa nel campo cattolico per oltre un secolo, il Concilio prima, Paolo VI e Giovanni Paolo II poi ne hanno riabilitato il pensiero e l’opera. Quest’ultimo lo ha annoverato, nell’enciclica Fides et ratio, tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio e ne ha favorito la Causa di Beatificazione. Il 18 novembre 2007 Antonio Rosmini è stato proclamato beato.


17/02/2015