L’ultimo orizzonte

Venerdì a Bieno l’Agosto degasperiano prosegue con l’astrofisico Amedeo Balbi

Venerdì 2 agosto alle 18 al Parco fluviale di Bieno l’Agosto degasperiano arricchisce il suo percorso d’indagine confrontandosi con la visione della scienza: l’universo è davvero infinito? Lo spazio e il tempo hanno avuto un inizio e avranno una fine? Al professor Amedeo Balbi la risposta, animando una nuova tappa della rassegna che quest’anno indaga il nostro rapporto con il tempo. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero.

Continua l’indagine proposta dall’Agosto degasperiano in questa sua quinta edizione, dedicata a rileggere il nostro rapporto con il tempo e a mettere in luce come la concezione e la percezione che ne abbiamo influenza le nostre esistenze individuali e collettive. Dopo due appuntamenti dedicati a tematiche sociali e storiche, nel primo appuntamento realmente agostano a salire in cattedra è la scienza, grazie un appassionato studioso quale Amedeo Balbi, brillante saggista, professore di astronomia e astrofisica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, vincitore nel 2015 del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica.

Nell’incontro, in programma alle ore 18 presso l’anfiteatro del parco fluviale di Bieno, lo scienziato romano accompagnerà il pubblico alla ricerca dei limiti del tempo, spingendosi fino a quell’orizzonte ultimo del sapere, dove la scienza sfiora la filosofia e investe la nostra stessa rappresentazione della vita e della storia.

Balbi ripercorrerà il racconto di quella straordinaria avventura scientifica che dalla teoria della relatività di Einstein ha condotto all'elaborazione del modello “classico” del Big Bang e che oggi riteniamo la migliore descrizione dell'origine del cosmo. Non si limiterà a spiegare cosa già sappiamo dell’universo, come la sua età e i meccanismi fisici che lo hanno portato a evolvere dallo stato semplice e indifferenziato degli inizi fino a quello ricco e complesso in cui ci ritroviamo a vivere, ma proverà a varcare i confini del sapere, ponendosi quelle domande, insieme semplici e immense, che forse tutti ci siamo posti almeno una volta nella vita, puntando lo sguardo nel mistero del cielo: l’universo è finito o infinito? Lo spazio e il tempo hanno avuto un inizio e, di conseguenza, avranno mai fine? Esistono altri universi oltre il nostro? Come spiega Amedeo Balbi, “sono domande che sfidano il potere di indagine della scienza, che ci costringono a riflettere sulla nostra capacità di distinguere ciò che sappiamo da ciò che non sappiamo, ciò che possiamo sperare di comprendere da ciò che potremo non capire mai. E, in definitiva, interrogano la nostra stessa umanità, la nostra natura di esseri pensanti, e rivelano il nostro posto in un cosmo di cui non possiamo smettere di investigare il mistero”.

Nel suo terzo appuntamento, la Lotta contro il tempo, tema dell’Agosto degasperiano, la rassegna estiva promossa dalla Fondazione insieme ad oltre trenta partner locali, scopre la sua natura profonda e anche i suoi limiti, costringendoci a mettere in discussione i fondamenti stessi del nostro rapporto con il tempo. Anche questo, in fondo, può essere un modo dare un senso diverso al tempo, non disperdendo le energie sui piccoli problemi contingenti, che rischiano di precludere, tanto all’individuo quanto alla collettività, la possibilità di lasciare un segno nella storia.

Professore di astronomia e astrofisica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ma anche raffinato saggista e divulgatore, Amedeo Balbi ha pubblicato numerosi articoli scientifici su tematiche quali la fisica dell’universo primordiale, il problema della materia oscura e dell’energia e la ricerca della vita nel cosmo. Partecipa abitualmente a programmi radiofonici e televisivi, e scrive una rubrica mensile su “Le Scienze”, oltre a articoli e commenti per numerosi giornali e riviste (tra gli altri, Repubblica, la Stampa, il Post). É autore di diversi libri, tra cui «Cercatori di meraviglia» (Rizzoli, 2014), vincitore del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2015, «Dove sono tutti quanti?» (Rizzoli, 2016) e «L’ultimo orizzonte» (UTET, 2019).

In caso di maltempo l’evento si terrà presso il teatro tenda di Bieno, sempre all’interno del Parco fluviale: l’eventuale spostamento sarà comunicato tempestivamente sul sito e sui social della Fondazione.

Per maggiori informazioni: www.degasperitn.it

(fonte: Ufficio stampa Fondazione Trentina Alcide De Gasperi)


31/07/2019