La chiusura degli OPG: la dignità restituita
Un tema di viva attualità, al centro dell'attenzione del laboratorio di BioDiritto dell'Università di Trento
Con la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (OPG), l’ordinamento italiano completa quella rivoluzione “gentile” avviatasi a metà degli anni ’60 con l’esperienza goriziana di Franco Basaglia, volta a restituire piena cittadinanza e dignità ai sofferenti psichici, anche quando questi siano autori di un reato.
Sin dalla loro origine i manicomi giudiziari sono apparsi come “terre di mezzo”, luoghi ibridi connotati da finalità di custodia, punizione e, al contempo di cura, laddove però la funzione terapeutica cedeva costantemente il passo alla difesa della sicurezza sociale.
La definitiva eclissi di tali istituzioni, divenute luoghi di estremo degrado, è stata volta quindi a riaffermare anzitutto la pienezza di alcuni principi costituzionali: la funzione rieducativa della pena, il divieto di trattamenti degradanti e l’espansione – nelle sue diverse declinazioni – del diritto alla salute.
Ora la sfida che si pone alle Istituzioni è molto ardua, dovendosi operare su due piani paralleli: da un lato, la programmazione da parte delle Regioni di percorsi per il recupero individuale delle persone già presenti negli Opg e, dall’altro, una stretta collaborazione tra servizi territoriali e magistratura di sorveglianza per evitare che altri cittadini, seppur in via provvisoria, continuino ad essere “reclusi” solo in virtù di mancanze strutturali od organizzative.
Di questo ed altro si parlerà nel corso del seminario “La chiusura degli OPG: la dignità restituita”, organizzato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Trento, nell’ambito del corso di BioDiritto tenuto dal Prof. Carlo Casonato, il 4 maggio 2015.
La locandina dell’evento è disponibile a questo link: http://www.biodiritto.org/index.php/novita/eventi/item/652-opg
01/05/2015