La super slitta 3ska di Unitn
Realizzata dagli studenti del Dipartimento di Ingegneria industriale supporterà gli esploratori nell’impresa esterna della traversata dell’Alaska
Matteo Simeoni, Sebastiano Furlani, Domenico Dalpiaz, Andrea Ometto, Matteo Bettinelli, Silvio Plazzer, Andrà Zambotti, Luca Bortoluzzi, e Redae Fisseha Asfaw: ecco gli studenti del Dipartimento di Ingegneria industriale dell'Università di Trento che hanno realizzato una slitta che si trasforma in carro, capace di percorrere 1300 chilometri tra i ghiacci dell’Alaska, in una traversata da Nord a Sud e poi da Est a Ovest.
L'incarico è venuto da Maurizio Belli e Fulvio Giovannini, gli esploratori che tra pochi giorni partiranno per raggiungere Yukon, cittadina a nord del Circolo polare artico per iniziare l’impresa. L'intento è di ripercorrere il cammino dei cercatori d’oro e raggiungere Anchorage in 40 giorni, sfidando le difficoltà del percorso e le temperature rigide - vicine ai meno 30 gradi - con il solo aiuto della propria forza fisica e determinazione.Nel lungo percorso con gli sci lungo un fiume ghiacciato e poi su strada asfaltata e innevata dovranno trasportare cibo, attrezzature, tende proteggendo il loro carico dal freddo, dagli urti e dalle abrasioni.
Con loro ci sarà 3ska, la slitta progettata per essere un mezzo anfibio terra-neve capace di trasformarsi velocemente in funzione dello stato del terreno e delle necessità degli esploratori.
Guidati dai professori Stefano Rossi e Luca Fambri i nove studenti hanno lavorato un anno per dare vita a un mezzo ibrido, versatile ma anche semplice da usare. Niente libretto di istruzioni per gli esploratori, quindi, ma un mezzo intuitivo da montare e adattare.
“Gli esploratori ci hanno comunicato i requisiti indispensabili della slitta”, spiega Matteo Simeoni, uno degli studenti del team. “Fondamentale era rispettare le dimensioni massime del mezzo, garantire la capacità di carico richiesta e il peso. Ma la slitta doveva essere anche leggera, per ridurre al minimo lo sforzo necessario al traino, impermeabile per evitare infiltrazioni di acqua e neve nel carico e capace di resistere alle basse temperature, soprattutto nelle giunzioni”.
A ciò si accompagna la ricerca sui materiali: “Per lo scafo abbiamo scelto fibre di carbonio e aramidiche, capaci di coniugare leggerezza e resistenza. Per evitare che il materiale composito si danneggi strisciando su superfici dure, abbiamo dotato lo scafo di due pattini rivestiti da strisce sottili in lega di alluminio, anche queste molto leggere".“Questo progetto è una doppia sfida - spiega il professor Stefano Rossi -. Tecnologica e di design innanzitutto. Ma anche una sfida personale per gli studenti coinvolti. Oltre a frequentare le lezioni, a studiare e a superare gli esami hanno dovuto fare gruppo, imparare a dividersi i compiti, a lavorare in gruppo. Si sono confrontati e a volte anche scontrati tra di loro, con i committenti, con le difficoltà tecniche, i problemi delle aziende e i limiti del budget. Sono cresciuti come professionisti.”
L’avventura dei due esploratori partirà tra pochi giorni e potrà essere seguita online sul blog: https://alaskaadventures.it/blog/
07/02/2019