M’illumino di Meno

In un mondo in cui si fatica a vedere le stelle e si organizzano serate in montagna per poter stare finalmente in contemplazione della volta celeste, spegnere alcuni dei simboli della bellezza mondiale ma anche testimonianze non altrettanto note, significa illuminarle di nuova luce. Significa finalmente "vederle", apprezzarle di più, e provare persino una sorta di nostalgia della loro visione. Dove tutto è luce, e luce esagerata e scontata, che valore può avere la stessa luce? Quale significato può aggiungere? A volte, non ne può forse invece togliere?  

La Torre di Pisa, il Colosseo, l’Arena di Verona -, i palazzi simbolo d’Italia – Quirinale, Senato e Camera – e tante case dei cittadini. La Torre Eiffel, il Foreign Office e la Ruota del Prater di Vienna. In decine di Musei si organizzano visite guidate a bassa luminosità, nelle scuole si discute di efficienza energetica, in tanti ristoranti si cena a lume di candela, in piazza si fa osservazione astronomica approfittando della riduzione dell’inquinamento luminoso.

Monumenti, luoghi noti e amati. M'illumino di meno, però, non è solo questo. Ancora una volta chiama tutti all'appello, nelle case e negli uffici, e quest'anno dedica l'iniziativa all’economia circolare. L’imperativo è riutilizzare i materiali, ridurre gli sprechi, allontanare “il fine vita” delle cose, quella che Luis Sepúlveda definisce "obsolescenza programmata". Perché le risorse finiscono, ma tutto si rigenera: bottiglie dell’acqua minerale che diventano maglioni, carta dei giornali che ritorna carta dei giornali, una cornetta del telefono diventa una lampada, fanghi che diventano biogas. Dall’inizio di M’illumino di Meno, in 15 anni, il mondo è cambiato. 

Torna dunque domani 1 marzo la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, ideata nel 2005 da Caterpillar e Rai Radio2 per chiedere ai propri ascoltatori di spegnere tutte le luci che non sono indispensabili. Un’iniziativa simbolica e concreta che fa del bene al pianeta e ai suoi abitanti.