Mother India per "Altri schermi"
Il documentario esplora la maternità dal punto di vista delle donne indiane di diverse estrazioni sociali
“Altri Schermi” rilancia l'invito a cambiare prospettiva, spaziando tra geografie, culture, costumi e tradizioni, per rileggere i fenomeni, le sfide, le questioni della contemporaneità in tutta la loro complessità, attraverso il potenziale critico di un cinema che non pretende di fornire impossibili risposte ma si offre invece come occasione di una riflessione più profonda e strutturata. L'appuntamento è per giovedì 10 marzo, alle ore 20.45, presso il Polo Culturale Diocesano Vigilianum (via Endrici 14 – Trento).
Il film, firmato dal regista Raffaele Brunetti, racconta di Jhuma e Niladri, una coppia di Burdwan, una città dello stato del Bengala a 100 km da Kolkata. Sono sposati da 8 anni e non hanno figli, un grosso problema, specialmente in India, dove una donna sposata senza figli è considerata impura e la sua presenza durante eventi sociali o cerimonie religiose è ritenuta di cattivo augurio.
In passato Niladri avrebbe probabilmente abbandonato Jhuma, così destinata ad un’esistenza infelice. Oggi però la scienza sembra offrire una “facile” alternativa. La coppia si mette in viaggio verso Hyderabad, lungo un tragitto di migliaia di chilometri, verso la clinica della dottoressa Rama, proprietaria di un business in espansione dal Sud dell'India ai paesi del Golfo e dei Caraibi. A Hyderabad, Jhuma entra in contatto con le dottoresse, le embriologhe, altre donne infertili e con le madri surrogate.
Il tema della gravidanza surrogata viene fortemente portato alla luce nel film proprio attraverso l'incontro diretto con una donna che per necessità accetta di vendere la propria capacità riproduttiva: il suo utero per un “risciò”, che permetterà al marito, rimasto senza lavoro, di ritornare attivo e contribuire al bilancio famigliare in un momento di difficoltà.
Una storia narrata con delicatezza e umanità, che ci introduce ad un contesto socio-culturale radicalmente diverso sullo sfondo della tradizione del dio Balarama, la divinità induista nata grazie ad un impianto di embrione.
La proiezione della pellicola sarà seguita da un breve intervento e dibattito sul tema controverso della “gravidanza surrogata” con Lucia Galvagni, ricercatrice su temi di bioetica presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento.
La rassegna è curata dall'Associazione BiancoNero - Religion Today Filmfestival in collaborazione con l’Ufficio Cultura e Ufficio Ecumenismo e Dialogo interreligioso della Diocesi di Trento.
09/03/2016