Musica, teatro, cinema, arte a Sanbàpolis, e non solo
Opera universitaria e Centro servizi culturali S. Chiara: un programma percorso dal filo conduttore della musica
I “progetti artistici del teatro Sanbàpolis” al centro dell’incontro che si è svolto oggi, martedì 13 ottobre, presso la sala medievale di Palazzo Festi nell’ambito di Cultura Informa. Opera universitaria di Trento e Centro servizi culturali S. Chiara per il secondo anno insieme attorno a un programma polisemico, un punto di convergenza tra musica, danza, cinema, letteratura.
A parlarne sono: Alberto Molinari, presidente Opera universitaria di Trento; Ivo Gabrielli, presidente Centro servizi culturali S.Chiara; Paolo Fontana, direttore Opera universitaria di Trento; Francesco Nardelli, direttore Centro servizi culturali S.Chiara di Trento.
“Coinvolgere studentesse e studenti, donne e uomini della città, dare loro l’opportunità di ritrovarsi, con due obiettivi principali: favorire l’integrazione e la comunicazione e offrire la possibilità di un arricchimento della loro esperienza”. Su questi aspetti punta Molinari, sottolineando "l’importanza della collaborazione instaurata con il Santa Chiara. Siamo al secondo anno di attività – aggiunge – stiamo anche imparando a interagire al meglio, l'impegno in tal senso è massimo”.
Orientamento che viene ripreso da Gabrielli, che oltre a esprimere soddisfazione per quanto sino ad ora svolto, guarda avanti, “all’impegno futuro e alle problematiche legate non certo alla buona volontà, ma al fatto che le risorse tendono a diminuire. Si procederà a uno sviluppo ulteriore di relazioni tra le due istituzioni – riprende – da parte nostra esiste la massima disponibilità a proseguire per dare un senso alla nostra presenza a vantaggio della cittadinanza ma anche di tutti gli studenti presenti in città”.
Nardelli, dal canto suo, pone l’accento sul tipo di ruolo svolto dal centro, richiamando le due attività di indirizzo contenute nella convenzione stipulata con l’Opera. “Quella di supporto tecnico-operativo alla struttura di Sanbàpolis, riguardante la gestione tecnica dello spazio teatrale – precisa – e quella di valorizzazione dello spazio stesso attraverso l’offerta di contenuti. L’indirizzo è di perseguire un'inclusività di pubblico che sia il più ampia possibile, tenendo presenti alcune criticità che riguardano innanzitutto l'accrescimento di consapevolezza a proposito dell'esistenza in città di un nuovo spazio attrezzato come Sanbàpolis. Nella progressione dell’attività, l’indirizzo è di testare nuove forme di coinvolgimento. Con Opera universitaria abbiamo ragionato sui punti di forza, sulle programmazioni che nella passata edizione hanno riscontrato un’attenzione particolare, anche sorprendente se penso al successo della rassegna di ‘danza verticale’. Un contenuto che riesce a creare una forma di identità con lo spazio, anche in relazione alla presenza della palestra di roccia presso il centro. Per questa edizione abbiamo riflettuto su un’identità, in particolare quella musicale, con l’idea di associare gli spazi di Sanbàpolis a musiche giovanili. Musiche che da realtà quasi folkloristiche si proiettano verso la contemporaneità. A ciò abbiamo abbinato una visione cinematografica in cui sarà esplorato il rapporto cinema-musica - aggiunge - e un programma di prosa condividendo il progetto con realtà del territorio. Un progetto di residenza che coinvolge cinque compagnie, cinque appuntamenti in prima assoluta, introdotti dallo spettacolo di Federico Buffa che esplora la relazione tra sport e prosa, portando in scena le Olimpiadi del 1936" - conclude.
Lanfranco Cis per la danza, Alberto Campo per la musica, Sergio Fant per il cinema, Roberto Keller per la letteratura, sono quindi entrati nello specifico dei diversi programmi
“Tre proposte per spettatori curiosi, legate dal filo conduttore della ‘non gravità’. L’idea di proporre delle contaminazioni tra danza, teatro, arrampicata sportiva. Un primo spettacolo dedicato alla danza-scalata, in cui lo spazio interno di Sanbàpolis viene interpretato come si componesse di grandi pareti, per concludersi su struttura metallica posta sul palcoscenico. Una performance caratterizzata da momenti in cui gli arrampicatori ce li troviamo ovunque” – questo il cuore de La Dance Escalade raccontata da Lanfranco Cis, rassegna che debutterà il 23 ottobre alle 21 con Les grimpeurs (è) perdus della Compagnia Antoine Le Menestrel.
Per Off/Saanbàpolis sono cinque i progetti selezionati, spiega Alberto Campo, “al centro l’idea dello spostamento nel tempo e nello spazio, di non fermarsi, di utilizzare le radici di provenienza per poi allontanarsene, stabilendo dei contatti con il territorio e valorizzando le sue energie".
Per quanto riguarda il cinema – interviene Sergio Fant – “l’obiettivo, in uno spazio che si avvia a una caratterizzazione musicale, è di portare delle produzioni che facciano ‘suonare’ la sala. Lavoreremo su generi diversi, rimanendo nell’ambito del documentario musicale: Tanti gli esperimenti in prospettiva, inizialmente con produttori italiani, ma l’intento è di diventare noi capofila di proposte”.
Roberto Keller ha quindi raccontato Trame in città. Il piacere di legggere con chi le storie le fa.
13/10/2015