Nelle profondità del Garda

Studiosi internazionali a confronto su venti e correnti del lago più grande d’Italia

Un lago tra le montagne, ricco di fascino. Le cui bellezze sono state narrate nei secoli da tanti poeti come Catullo, Virgilio, Dante, Goethe e Lawrence. Solo per citarne alcuni. Il Garda è il più grande lago d’Italia, conosciuto per il suo vento (l’Òra), amato per il clima temperato che richiama quello mediterraneo «del Paese dove fioriscono i limoni» e con una serie di caratteristiche che lo rendono unico e ancora piuttosto misterioso. Stretto e profondo sul lato nord, ampio e poco profondo nella parte meridionale, è un lago “oligomittico”, cioè un lago nel quale la piena circolazione delle acque si verifica solo in inverni particolarmente rigidi e ventosi. L’ultimo rimescolamento è stato osservato nel 2006.

Lo studio delle dinamiche del lago, l’analisi e il monitoraggio delle sue acque richiamano l’attenzione di vari centri di ricerca e di università nazionali e internazionali. Per questo il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento ha deciso di proporre il momento di confronto “Garden – Lake Garda environmental system” (Integrating monitoring and modelling of water quality and meteo-climatological processes).

L’incontro si terrà giovedì 2 febbraio, alle 9.30, nell’aula 2R del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica (Trento – Via Mesiano, 77). Si tratta di un workshop internazionale, che vedrà coinvolti studiosi ed esperti di varie parti del mondo, di diversa formazione ed esperienza (ingegneri, fisici, biologi, matematici), e offrirà l’occasione per condividere le conoscenze del lago e le attività di ricerca e monitoraggio in corso. L’obiettivo dell’incontro è delineare un percorso di ricerca comune orientato a sviluppare collaborazioni tra i vari studiosi del lago, combinando e valorizzando le competenze di ciascuno in un’ottica multidisciplinare.

Marco Toffolon, coordinatore di Garden, osserva: «La conoscenza dei processi di trasporto nel lago, che influenzano fortemente la qualità delle acque, pensiamo ad esempio alla diffusione di inquinanti, è ancora molto limitata. Non è però sufficiente studiare il lago dal punto di vista idrodinamico: la meteorologia è fondamentale. Lo sviluppo delle circolazioni nel lago è, infatti, controllato principalmente dal vento, che a sua volta è il risultato dell’interazione del corpo d’acqua con la complessa orografia della regione. Lo studio scientifico sul lago di Garda deve quindi coniugare l’idrodinamica con la fisica dell’atmosfera, una sfida resa possibile dalle competenze multidisciplinari dei ricercatori del Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e meccanica dell’Università di Trento».

I principali temi di discussione del convegno verteranno sulla programmazione di attività di monitoraggio ambientale e sulla messa a punto di strumenti modellistici per lo studio dei principali processi termo-idrodinamici del lago. Particolare enfasi sarà inoltre posta sulla valorizzazione dei risultati ottenibili, sia come supporto alla gestione integrata del lago da parte delle autorità territoriali competenti, sia come informazioni utili per le diverse realtà turistiche, in particolar modo per i numerosi fruitori del lago (wind-surfer, velisti, sub e turisti in generale). Non sfugge l’opportunità di creare un legame diretto tra le attività di ricerca e quelle di fruizione del lago: modelli in tempo reale, sviluppati per la caratterizzazione delle dinamiche biologiche ed ecosistemiche del lago, possono tradursi infatti in utili strumenti previsionali e informativi per albergatori e turisti (applicazioni per smartphone o siti web ad hoc).«Proprio in queste settimane – annuncia Toffolon – l’Università di Utrecht in collaborazione con l’Università di Trento sta iniziando una campagna di monitoraggio che durerà per i prossimi due anni e prevede la combinazione di misure mensili in alcuni punti significativi del lago e l’installazione di una stazione di monitoraggio permanente.

Si raccoglieranno misure delle principali variabili chimico-fisiche del lago (temperatura, conducibilità, clorofilla) e misure di turbolenza. Unificare in una base di dati aggiornata le informazioni disponibili da più fonti, integrandole ed arricchendole con campagne di monitoraggio specifiche, è infatti uno tra i principali obiettivi che si vogliono perseguire, in quanto passo fondamentale nella costruzione di una conoscenza completa, interdisciplinare e poliedrica del lago e delle sue dinamiche». Cita poi un altro progetto: «Sulla riduzione della frequenza degli eventi di rimescolamento delle acque, essenziali per la salute dell’ecosistema, sarà invece presto impegnato il gruppo di Limnologia fisica dell’Università di Trento con attività di monitoraggio e sviluppo di modelli idrodinamici, considerando anche gli scenari di cambiamento climatico».

(e.b. Ufficio stampa Unitn)


30/01/2017