Orefici in Trentino. Dizionario

Le biografie di quasi 400 orefici operosi in Trentino dal XIII/XIV secolo fino alla metà del Novecento.

"Indagare e se possibile ricostruire le vicende della produzione orafa e dei suoi protagonisti in Trentino: è questo l’obiettivo di Orefici in Trentino. Dizionario, il volume appena dato alle stampe dalla Soprintendenza per i beni culturali; il testo, a cura di Daniela Floris dell'Ufficio beni storico artistici, raccoglie i risultati delle attività di studio e catalogazione, illustrando le biografie di quasi 400 orefici operosi in Trentino a partire dal XIII/XIV secolo fino ad arrivare alla metà del Novecento.

"Tutto prende inizio dalla necessità di compilare le schede ministeriali di catalogo Opera d’Arte (OA) relative alle suppellettili ecclesiastiche redatte dal Centro di Catalogazione provinciale, ai suoi esordi nel 1979 - osserva la curatrice Daniela Floris nell'Introduzione.

Dalla raccolta dei dati dei beni ecclesiastici è emersa l’esistenza in Trentino di oreficerie di varia matrice e provenienza di cui erano note le manifatture: Bolzano, Augsburg, Vienna, Venezia, Milano le maggiori, per le quali esistevano vari testi di confronto, ma erano del tutto assenti riferimenti per l’oreficeria di ambito locale - prosegue -.

Da qui sono partite iniziate le ricerche per individuare se esisteva una produzione trentina e, di conseguenza, è nata la curiosità per i suoi protagonisti. Solo in seguito, con le informazioni che via via si raccoglievano e si accumulavano, si è pensato all’utilità di rendere sistematiche le notizie raccolte in modo a volte casuale, e tentare una storia degli orefici, fatta attraverso le biografie e la produzione di autori attivi in Trentino, nati o qui trasferiti per lavoro da paesi del Nord, dalla Lombardia, dal Veneto, per i quali fosse certa la presenza sul territorio.

L’aggregazione iniziale di notizie si è basata sulla consultazione di dizionari già editi di artisti e artigiani attivi in Trentino relativi a varie discipline. Innanzitutto il volume del 1933 di Simone Weber, Artisti trentini e artisti che operarono nel Trentino, riedito a cura di Nicolò Rasmo nel 1977; e proprio a questo studioso dobbiamo i successivi Dizionario biografico degli artisti atesini. I, A, del 1980 e Dizionario biografico degli artisti atesini. II, B, postumo, curato da Luciano Borrelli e Silvia Spada Pintarelli nel 1998.

Di estremo interesse Fonti per un dizionario di artisti e artigiani nel Trentino. Secc. XVI-XVIII, del 1997, di Clemente Lunelli, prezioso per la colta attenzione con cui ha raccolto notizie riguardanti gli artigiani, ma anche Il libro dei Forestieri della città di Trento del 1985, curato da padre Frumenzio Ghetta, che rende conto dell’affluenza di artigiani ed artisti a Trento e disegna una mappa del contesto culturale e commerciale del Sei e Settecento.

In tempi più recenti sono state preziose le note archivistiche segnalate da Luciano Borrelli nel 2009 in Artigiani, artisti e maestri d’arte a Trento (sec. XVI-XVIII), mentre per alcuni autori più vicini a noi il riferimento è stato il Dizionario degli artisti trentini tra ‘800 e ‘900, a cura di Fiorenzo Degasperi, Giovanna Nicoletti e Rita Pisetta, edito nel 1998.

A ciò si aggiungono le tesi di laurea e le pubblicazioni a carattere locale in un lavoro di indagine che si può definire collegiale in quanto usufruisce delle notizie che appaiono sparse in varie fonti, ma che riunite attorno ad alcuni nomi ricorrenti, acquistano un senso e possono fornire lo spaccato nel corso dei secoli di una professione tra le più autorevoli; fra tutti il volume Ori e argenti dei Santi. Il Tesoro del duomo di Trento, a cura di Enrico Castelnuovo del 1991, con testi di Wolfram Koeppe e Michelangelo Lupo per la specifica attenzione all’argomento.

A queste fondamentali notizie già edite si sono aggiunte nel tempo le scoperte fatte nell’ambito dell’attività istituzionale di catalogazione, favorite dalla banca dati di catalogazione della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento in prima battuta e dalla successiva inventariazione promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana che hanno fornito il materiale su cui fare verifiche a distanza di tempo. Alcuni orefici si sono potuti conoscere proprio grazie alle loro opere ancora presenti nelle raccolte delle chiese, la cui consistenza e qualità costituiscono un insieme di notevole consistenza.

Data la frammentarietà del materiale raccolto, che raramente consente di tracciare un profilo esauriente della personalità di questi artefici talvolta eccellenti, si è ritenuto che la migliore esposizione fosse quella alfabetica secondo la forma propria del dizionario.

Gli orefici contenuti nel volume sono stati inseriti per la loro effettiva presenza o decisiva relazione con il territorio; mancano quindi in questo contesto autori, pur molto importanti, le cui opere siano giunte in Trentino in modo accidentale" - conclude Floris. 


14/02/2018