Palaeontographica
Un viaggio invernale e ipogeo fra le figurazioni di stampe paleontografiche del diciannovesimo secolo
Nuova iniziativa del Museo Wunderkammer di Trento, che inaugura il prossimo 2 dicembre un progetto espositivo presso lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni culturali – Ufficio beni archeologici di Trento. Il progetto è un invito a regalare un secondo sguardo ad immaginari noti per riscoprirne parti coperte o scordate. Fisicamente i visitatori sono invitati a scendere nello Spazio Archeologico al Sas di Piazza Battisti, per trovare rifugio in un viaggio sotterraneo a contatto con stampe paleontografiche del XIX secolo in una pausa a contrasto con la contingenza natalizia imperante in superficie.
Il progetto prende spunto da un saggio di Emanuele Garbin, intitolato appunto Palaeontograpihca. Garbin è architetto e docente presso lo IUAV e il Politecnico di Milano, le sue ricerche si concentrano sul tema della rappresentazione dal punto di vista tanto tecnico quanto storico. In questo saggio, Garbin tratta un tema assolutamente lontano dalla sensibilità attuale: l’immaginario paleontologico letto attraverso il medium del disegno. In mostra sarà esposta una serie di immagini a raffigurare altrettanti reperti paleontologici. Lo Spazio Archeologico del Sas si configura come sede ideale di questa mostra, in quanto luogo dove l’aspetto scientifico si fonde con l’immaginario artistico, poetico, onirico. “Palaeontographica” segue a distanza di tre anni “Acquisizioni” - la prima mostra temporanea di Museo Wunderkammer - continuandone il programma istituzionale di esposizione autoprodotta della stratificazione delle cose. Anche in quest’occasione, una pletora di fogli di carta è protagonista di un luogo poco illuminato. Riproduzioni digitali di litografie ottocentesche si agitano nelle deboli correnti d’aria sotterranee promuovendo nel pubblico un giro nel tempo e nello spazio. Dal S.A.S.S. al Cambriano, e dal Cambriano a Marte. I visitatori più incauti potrebbero rinvenire tra i fossili forme e funzioni di vita attuale.
La mostra è divisa in cinque sezioni in cui il percorso espositivo - chiaramente sfuocato - idealmente si articola: lo Stupore (l’estetica), l’Orizzonte (l’immaginario, l’escapismo, il posto dell’uomo nella natura), la Carne (il dato e l’interpretazione), il Monumento (oltre la morte) e il Sublime (la libertà e la vertigine).
“Una traccia fossile è sempre quanto mai fuori posto oltre che fuori tempo, e da sola ha la capacità di generare attorno a sé un paesaggio fatto di altre terre e di altri mari, che si sovrappone e confuta quello presente.” (E. Garbin, op. cit.)
La mostra apre sabato 2 dicembre alle ore 17 con una performance a cura di Museo Wunderkammer, Federico Robol e Massimo Valentinotti, interventi di Diego Sala ed Emanuele Garbin. La sound installation prodotta nel corso della performance, a cura di Robol e Valentinotti, sarà poi fruibile dai visitatori per tutto il tempo della mostra. L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.30, ad eccezione del lunedì, con ingresso gratuito il giorno dell’inaugurazione, domenica 3 dicembre e domenica 7 gennaio, a pagamento gli altri giorni (2,50 euro, ridotto 1,50 euro, gratuito fino ai 14 anni).
Il finissage è previsto per domenica 14 gennaio, con una performance del collettivo artistico Baubaus.
Wunderkammer Collezione di Immaginari Urbani: Wunderkammer Trento è un museo, un'azione artistica, un gesto politico, un'acrobazia. Il museo raccoglie e cataloga i luoghi presenti nel tessuto urbano interpretati da chi vive o attraversa la città, si tratta di frammenti su cui lo sguardo soggettivo imprime un significato particolare, nato dall'uso, dall'affetto, dalla conoscenza. La Collezione di Wunderkammer è una raccolta di sguardi, un assortimento di immaginari, che nel loro essere molteplici ed eterogenei vanno a costituire un discorso collettivo sulla città. Wunderkammer organizza eventi che puntano a mettere in luce luoghi normalmente non accessibili o aspetti poco esposti della realtà.
Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas: Duemila anni di storia, 1.700 mq di città romana in un allestimento affascinante e suggestivo, esito degli scavi archeologici effettuati in occasione del restauro e dell’ampliamento del Teatro Sociale (1990-2000). L’ampia area è costituita da spazi ed edifici pubblici e privati: un lungo tratto del muro della cinta urbica orientale con una torre trasformata in età imperiale in porta urbica, un esteso segmento di strada pavimentata con grandi lastre di pietra rossa locale. Sono visibili anche alcune parti di abitazioni con ambienti domestici, pavimenti decorati con mosaici, stanze con sistemi di riscaldamento a pavimento, cortili, un pozzo perfettamente conservato e la bottega di un vetraio. L’acronimo “S.A.S.S.” (Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas), ricorda l’antico quartiere cittadino denominato Sas, in parte raso al suolo negli anni ‘30 del secolo scorso per fare spazio alla piazza intitolata a Cesare Battisti. Il S.A.S.S. non è solo un’area archeologica, ma ospita anche attività didattica, incontri, conferenze, mostre e spettacoli.
Emanuele Garbin: Architetto, PhD in teoria e storia della rappresentazione, insegna all’Università Iuav di Venezia e al Politecnico di Milano. Ha insegnato inoltre anche presso le Università di Udine, Trieste e Bologna. Il campo delle sue ricerche è quello delle teorie, della storia e delle tecniche della rappresentazione architettonica. Negli ultimi anni ha affrontato teoricamente e operativamente il tema della riproduzione digitale dei monumenti urbani, in particolare dei grandi teatri italiani. Recentemente i suoi interessi si sono concentrati su questioni che mettono in relazione il disegno e l’immagine dell’architettura con il più ampio ambito delle arti visive e performative e della filosofia dell’immagine. Ha partecipato a numerosi Programmi di Ricerca di rilevante Interesse Nazionale (PRIN) e a progetti europei finanziati nell’ambito del Settimo Programma Quadro.
Diego Sala: Laureato in scienze della comunicazione e da sempre appassionato di paleontologia e zoologia, ha coniugato competenze e passioni nell'attività di divulgatore scientifico, un lavoro che esercita da oltre dieci anni. Si è avvicinato alla paleoarte sin da bambino, grazie ai lavori di Zdenek Burian, e da allora l'interesse per la capacità di riportare in vita mondi scomparsi non lo ha più abbandonato.
Collettivo Baubaus: Baubaus è una ricerca-azione che, da cinque anni, si muove nella dimensione induttiva della scoperta esperienziale attraverso l’osservazione/riflessione attiva di gruppo usando i linguaggi dell'arte sotto forma di segno, disegno e colore, come mezzo d’indagine. Obiettivo delle lezioni - che hanno avuto carattere laboratoriale sia all’interno che all’esterno - è la scoperta dell’arte attraverso l'osservazione partecipata e l'uso manuale di tecniche di base. Il percorso Baubaus è rivolto a tutti includendo soprattutto i non addetti all’arte.
(Wunderkammer)
27/11/2017