Palazzo Alberti Colico: le famiglie proprietarie
I vari stemmi presenti in facciata testimoniano un avvicendamento nella proprietà dell'edificio
Una facciata di particolare complessità e fascino è proprio quella di Palazzo Alberti Colico. Certo i suoi proprietari furono parecchi nel tempo, lo testimoniano i diversi stemmi presenti in facciata.
Maddalena, Lisa e Giulia, ci presentano in breve le varie famiglie:
l’edificio si trova nell’attuale Via Rodolfo Belenzani, che anticamente si chiamava Via Larga ed era una delle vie cittadine più importanti poiché collegava il Castello del Buonconsiglio con Piazza Duomo; di lì passavano processioni, cortei e si tenevano varie manifestazioni (si pensi che ancora una volta proprio il Clesio aveva provveduto a renderla più ampia e pavimentata).
Inizialmente il Palazzo era diviso in due edifici, appartenenti a due distinte famiglie. La casa a sinistra era di proprietà di Odorico da Povo, esponente di una nobile famiglia trentina, la cui presenza è testimoniata dallo stemma, che campeggia in alto, tra la trifora e la bifora balconata (leone su scudo d’argento, in ghirlanda verde).
Andrea Regio, proprietario della casa a destra, frequentava la Corte del Clesio, e fu suo valido amministratore.
Per volere e con l’aiuto finanziario del Clesio le due case verranno accorpate e fuse in un unico palazzo, intorno al 1532.
La struttura architettonica unitaria, che vediamo attualmente, si deve al proprietario successivo, Antonio Quetta de Liliis (in origine de Ziliis), nato attorno al 1480 in val di Non, nella località di Quetta da cui prese il cognome.
Il padre Pietro, assieme ai fratelli ottenne il diploma di nobiltà, trasmissibile ai discendenti e gli venne riconosciuto lo stemma di famiglia nel 1483 dal Principe Vescovo Johannes Hinderbach. Tra la fine del secolo XV e l’inizio del XVI, la famiglia si trasferì a Trento, probabilmente per sfuggire al rischio di morte per pestilenza.
Antonio Quetta, già durante gli studi presso l’Università di Padova, iniziò i rapporti con il futuro Principe Vescovo Bernardo Clesio, di cui fu illustre giurista e diplomatico di fiducia.
Il Palazzo assunse l’attuale denominazione “Alberti Colico”, con l’acquisizione da parte dei Conti Alberti Colico provenienti da un paese chiamato Colico nei pressi di Bormio, in Valtellina; ne furono proprietari a partire dal 1657, per circa due secoli.
Gli avvicendamenti di proprietà e gli interventi di ristrutturazione, sono stati numerosi e si possono notare sia nelle strutture architettoniche dell’edificio che nelle decorazioni sulla facciata, molteplici e complesse.
(Classe 3^ uC del Liceo Antonio Rosmini di Trento nell'ambito del progetto "Apprendisti Ciceroni")
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06/02/2019