Presentato il "ddl cultura" che modifica la lp 15/2007

La cultura come motore di sviluppo e di ritorno sociale ed economico: puntare a una gestione più imprenditoriale dei beni e delle attività, cercando sempre più il rapporto tra pubblico e privato

[ Ufficio stampa Pat]

“Non è una nuova legge sulla cultura premetto – esordisce l’assessore alla cultura Tiziano Mellarini nel presentare oggi alla stampa il nuovo ddl sulle attività culturali -. La legge 15 del 2007 non è obsoleta, ma un riordino è oggi utile per il comparto culturale trentino, alla luce anche della situazione che sta vivendo il Paese, una crisi in cui si vede qualche piccolo spiraglio ma non risposte definitive. La globalizzazione ci pone di fronte alla necessità di affrontare con dinamismo i processi di cambiamento, e in questo contesto il settore culturale sta assumendo importanza strategica all’interno di un processo che vede la cultura come motore di sviluppo e di ritorno sociale ed economico.

Il Trentino ha creduto in tali possibilità – riprende -. Il comparto dà risposte significative, e vi convergono offerte professionali di grande interesse, nell’intento di proiettare il nostro patrimonio culturale in una dimensione internazionale. Va citato, in tal senso, il risultato del Muse, tra i primi dieci nella classifica nazionale, museo che a tre anni dall’apertura sta confermando la sua capacità di attrazione, premiando la scelta di puntare fortemente sul settore culturale attraverso la scienza”.

L’assessore sposta poi lo sguardo sul sistema bibliotecario che “conferma l’ottimo livello della sua azione, ponendosi ai vertici del sistema nazionale come numero di lettori, biblioteche presenti e ben ramificate sul territorio, che svolgono la funzione di  ‘portali locali della conoscenza’ ” .

Il nuovo ddl pone attenzione anche al tema dell’integrazione delle culture e ai mutamenti in atto “di  cui non possiamo oggi non tenere conto – riflette Mellarini -. Grazie anche allo straordinario lavoro del ministro Franceschini, che già nel momento dell’insediamento affermava di ‘gestire il ministero economico più importante della nostra nazione’, le scelte che ha compiuto pongono la cultura al centro dei progetti del rilancio del made in Italy, e il Trentino vuole essere partecipe a questo processo”.

Un ddl, dunque, che intende “far fronte alle sfide della contemporaneità. Una legge partita con 'l’operazione ascolto' nel 2015 delle tante realtà culturali del nostro territorio, cui hanno fatto seguito gli incontri tematici per individuare le tante virtù sul territorio, tra cui tanti giovani che hanno fatto scelta di intraprendere un’attività professionale in questo ambito”.

È contemplata anche una rivisitazione in materia di catalogazione e toponomastica, ma le principali modifiche della legge 15 attengono alla “necessità di puntare a una gestione più imprenditoriale dei beni e delle attività, cercando sempre più il rapporto tra pubblico e privato, una scelta obbligata – osserva l’assessore - per dare risposte e confermare la cultura come motore di crescita e sviluppo in un sistema che valorizzi il dialogo tra componente pubblica e privata”.

Altro punto importante è la promozione della cooperazione con le regioni confinanti, l’abrogazione del Forum “organismo che si è rivelato complesso e poco efficace, sostituendolo con la Conferenza provinciale per la cultura, di pari passo con quanto avviene nei settori di turismo e sport, per portare tutti gli attori a un confronto”.

Un sostegno importante sarà dato ai progetti di carattere sovracomunale, promuovendo progetti intersettoriali, che mettano in dialogo turismo, welfare, e anche sanità (il riferimento dell’assessore va, ad esempio al progetto "T-essere memoria" curato dalla Soprintendenza per i malati di Alzheimer). Cruciale anche "la realizzazione dei distretti culturali intesi come integrazione di risorse culturali ed economiche, stimolando l’innovazione culturale, aumentando l'occupazione, promuovendo la nascita di industrie culturali e creative". Si pensa anche a una gestione delle biblioteche attraverso forme associate, mentre si rafforza il ruolo del Centro servizi culturali S. Chiara.

Altro passaggio cruciale riguarda la costituzione di tre poli museali tematici “che avranno funzione di coordinamento e programmazione, pur mantenendo ciascun museo la sua specificità – precisa Mellarini: il Polo museale delle Scienze e della cultura materiale che comprenderà il Muse e il Museo degli usi e costumi della gente trentina; il Polo museale della contemporaneità, con Mart e Galleria Civica; il Polo museale della storia e dell’arte, con Fondazione museo storico del Trentino, Castello del Buonconsiglio e Fondazione Trentina Alcide De Gasperi – conclude”.

Nello specifico di alcuni punti è entrato Sergio Bettotti, dirigente generale del Dipartimento cultura, turismo, promozione e sport. Dopo aver dato uno sguardo alle piattaforme che compongono il sistema provinciale della cultura - alle biblioteche in particolare, che in Trentino sono poco meno di 150 in un territorio di 178 comuni e circa 500 mila abitanti, con oltre tre milioni di prestiti annui – Bettotti ha posto attenzione alle “linee guida per le politiche culturali” formulate affinché “amministrativamente si possa avere un luogo anche di carattere tecnico per far sintesi delle proposte che arriveranno dai territori. Per suggerimenti e quanto altro, saranno anche condivise all’interno di un sito – aggiunge -. Si tratta di un forte segnale di apertura, che permette di fare rete con altri sistemi, ma anche con altri territori, non solo italiani, per condividere logiche di sviluppo culturale più ampie”. Riprendendo il discorso dei tre poli museali, fa presente che “per la parte gestionale nella legge si propone di spingere sulla gestione integrata. Giuridicamente - precisa - rimangono i quattro musei, ma è descritto l’impegno e l’obbligo di integrare le funzioni trasversali che riguardano la vita ordinaria di ogni museo per mettere a fattor comune le capacità operative e produttive – conclude”.

Il dirigente del Servizio attività culturali, Claudio Martinelli, riprende alcuni degli aspetti innovativi del decreto, in particolare l’importanza di sostenere i progetti sovracomunali, affiancata a quella di incentivare il rapporto tra la cultura e gli altri settori che apparentemente hanno poco a che fare con essa. “Il distretto culturale – spiega - contempla i due elementi appena percorsi mettendo al centro il patrimonio materiale e immateriale in una governance che veda nella cultura l’elemento di sviluppo. Altro elemento importante, sono le industrie culturali e creative trentine, considerate nel loro forte potenziale per i processi di innovazione: in questo articolo - osserva - per la prima volta si parla di un settore di interventi che non riguarda solo la cultura ma anche aspetti economici. Rompere la verticalità è uno degli aspetti innovativi della legge – conclude”.

Il soprintendente Franco Marzatico pone l’accento sul fatto che “il patrimonio culturale ha una valenza enorme non solo dal punto di vista ‘spirituale’, ma perché porta valori quali conoscenza, capacità critica, coesione sociale, sentimento di appartenenza, ma anche capacità di attrazione del territorio. Questo è il compito della Soprintendenza – continua - e le proposte normative aggiornano la materia per dare una visione unitaria all’insegna dei tre concetti che regolano il rapporto con enti e privati:  semplificazioni, snellimento e responsabilizzazione. In questo quadro, gli obiettivi sono di dare ai diversi soggetti la possibilità di fruire dei beni culturali quando la loro attività sia quasi sussidiaria a quella dell’ente pubblico. Altro elemento riguarda le concessioni di prestito dei beni: non sarà più la Soprintendenza a vagliare le richieste. Daremo la responsabilità ai musei e la soprintendenza interverrà solo dicendo quali opere non possono essere spostate per motivi di tutela - conclude".

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22/09/2016