Samantha Cristoforetti chiama il Muse
"Metti che in mezzo alla stanza ci siano poche formichine ma si trovi anche un grande elefante: sulla stazione spaziale togli la forza di gravità, che è l’elefante, e riesci a fare esperimenti altrimenti impossibili", Paolo Nespoli
Si è conclusa ieri sera al Muse (24 marzo) la giornata che ha avvicinato il pubblico alla vita a bordo della Stazione spaziale internazionale attraverso un video collegamento inflight con Samantha Cristoforetti.
Due i momenti in programma, quello pomeridiano con gli studenti “Mission X, train like an astronaut”, collegamento video telefonico in diretta con l’astronauta italiana che ha dialogato con gli studenti di Trento, Vienna e Madrid e quello serale “Samantha Cristoforetti: Oltre il limite” con ospiti di prestigio. Erano presenti, infatti, l’astronauta Paolo Nespoli, Antonio Masiero, vice presidente dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e professore ordinario di fisica astroparticellare, Nicola Pugno professore ordinario scienza delle costruzioni, membro del comitato tecnico scientifico dell’ASI, David Avino, manager director della società Argotec, azienda leader in Italia per la produzione di “Space food”.
È stato Nicola Pugno ad aprire l'incontro sottolineando l’importanza delle missioni spaziali anche e soprattutto per migliorare la qualità della vita umana. Le condizioni estreme in cui esse avvengono richiedono la messa a punto di materiali estremi, nei quali la resistenza entra in competizione con la tenacità. Studio e ricerca si rivolgono in questo senso, con importanti ricadute nel quotidiano di ciascuno.
David Avino, invece, si è soffermato sul tema: “Cosa mangiano gli astronauti sulla stazione spaziale?”. “Mangiano qualcosa di molto simile a quello che mangiamo noi” - ha esordito - solo che dal 'tubetto' usato nelle prime missioni per capire se l'uomo era capace di ingoiare in microgravità, sono intervenuti dei progressi fondamentali. Pochi sanno, ad esempio, che negli anni settanta la Nasa si è posta il problema della conservazione del cibo da cui è nato un protocollo, usato oggi da ristoranti e mense”. Quella che Avino dirige è un’azienda che fa addestramento agli astronauti per prepararli a sei mesi di permanenza nello spazio in cui l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale. “L’obiettivo – specifica – è anche di dare un boost psicologico nel corso delle missioni, per ricondurre l’astronauta a terra con il pensiero e migliorarne le performance. Si pensi che siamo riusciti a portare sulla stazione il caffè espresso!”. Il laboratorio di ricerca si basa sulla selezione della materia prima, andando a controllare il pH degli alimenti per selezionare gli ingredienti che riescono a conservarsi da soli nel tempo: 18-24 mesi, mantenendo le stesse caratteristiche di gusto, colore, consistenza. “Ora questi alimenti sono disponibili sulla terra per tutti, pensiamo alle esigenze degli sportivi – conclude Avino”.
Antonio Masiero ha intrattenuto il folto pubblico presente sull’idea di andare Oltre il limite, dall’infinitamente piccolo all'’infinitamente grande, dal micro al macrocosmo. È partito da Democrito e dal suo interrogativo: “La complessità degli oggetti si può far risalire a oggetti indivisibili, ci sono, cioè, atomi che compongono il tutto? Esiste l'elementare, qualcosa di fondamentale che stia dietro la complessità dei fenomeni che vediamo?”. “Certo – ha affermato il fisico – con quark, neutrini,elettroni, e altri elementi abbiamo trovato i dodici mattoni che compongono l’universo, la materia oscura però costituisce più dell’ottanta per cento della materia esistente. Ciò che di essa sappiamo di sicuro è che non è fatta dai 12 mattoni fondamentali. Per cercare di capirla conduciamo i nostri studi in luoghi schermati, nello spazio, nelle profondità marine, sottoterra come nel laboratorio del Gran Sasso, il più grande al mondo. Il fisico ha quindi coinvolto il pubblico: “Se lancio un sasso in aria la sua velocità aumenta o diminuisce?” “La velocità di espansione dell'universo – ha spiegato – dopo la fase iniziale, ha avuto una decelerazione nella sua espansione, proprio come accade al sasso lanciato in aria. Guardando oggetti sempre più distanti, però, abbiamo scoperto che la velocità di espansione dell'universo, a un certo punto ha cominciato a crescere. E allora, accanto alla materia oscura, dobbiamo parlare anche di energia oscura. Da qui lo stimolo e la necessità di andare “oltre il limite”.
La serata è stata conclusa da un brillante Paolo Nespoli che ha passato in rassegna i quesiti posti dai ragazzi nel pomeriggio a Samantha Cristoforetti: il primo sul tipo di cibo assunto dagli astronauti, poi l’aspetto psicologico: "Quale addestramento si affronta per stare con sei persone per sei mesi, senza mai poter uscire per andare al cinema o a teatro?" - ha alleggerito”. “Il cibo cambia sapore in orbita”, questa la terza domanda degli studenti, mentre l’ultima ha riguardato il cambio dei ritmi del quotidiano: come dormire, mangiare, lavorare. Nespoli ha affrontato il tema della mancanza di gravità “la stazione è a 400 chilometri, sta cadendo attorno alla terra, senza cadere mai, e sulla stazione questo lo senti sempre. Andiamo lassù perché lì ci sono condizioni che sulla terra non troviamo, come se in mezzo alla stanza ci fossero poche formichine che circolano, ma nella stessa stanza si trovasse anche un grande elefante: sulla stazione togli la forza di gravità, che è l’elefante, e riesci a fare esperimenti e misurazioni altrimenti impossibili. Un astronauta sulla stazione lavora dalle 7.30 alle 20.30, i pianificatori di Houston utilizzano al massimo il tempo, ricevono dagli scienziati di tutto il mondo le richieste per esperimenti, e su questo si concentra l’impegno dei sei astronauti nella stazione, che devono lavorare tutto il giorno senza interferire o intralciarsi gli uni con gli altri - ha concluso".
25/03/2015