Spazio permanente Fausto Melotti
Al Palazzo Alberti Poja un omaggio alla poliedrica figura dell'artista roveretano
I testimoni velati del 1977, un’installazione che nonostante le dimensioni monumentali conserva la caratteristica levità della scultura melottiana, la Scultura G (Nove cerchi) che, realizzata tra il 1967 e il 1968, sembra vincere la forza di gravità, Il sole dell’Apocalisse, del 1976, che assume la forma di un piccolo racconto, Contrappunto domestico, del 1973, che dichiara la passione dell’artista per la musica.
Sono queste alcune delle poetiche opere che presso il Palazzo Alberti Poja, a Rovereto, compongono il nuovo spazio espositivo permanente dedicato all'artista roveretano Fausto Melotti (Rovereto, 1901 - Milano, 1986)
Nel 1981, quando la città di Firenze dedica a Melotti una mostra al Forte Belvedere, Italo Calvino scrive “Gli effimeri” un testo sull’opera omonima che così la descrive: “Una partitura d’ideogrammi senza peso come insetti acquatici che sembrano volteggiare su di una spalliera d’ottone schermata da un filo di garza”.
Una poesia che è un inno alla leggerezza che sa sfidare la forza di gravità, un inno alla verticalità, a quelli che sempre Calvino a proposito di Melotti definisce la necessità di mantenere "alti i segni".
Una selezione di opere, proveniente dalle Collezioni del Mart, dialoga ora con le eleganti sale del settecentesco Palazzo Alberti Poja, in un allestimento che esalta i contrasti e il dialogo tra stili ed epoche differenti.
In mostra disegni, sculture, ceramiche, installazioni polimateriche realizzati nell’arco di cinquant’anni, tra il 1930 e il 1980, presentati con un percorso circolare che prende avvio da una sala che vuole un po' essere un contrappunto sulla produzione melottiana. Al centro la scultura di una Dafne, circondata da un corteggio di piccole opere in materiali diversi, per dar conto della poliedricità artistica di Melotti.
L'iniziativa è espressione della fattiva collaborazione tra il Mart e la Fondazione museo civico di Rovereto, in accordo con il Comune di Rovereto.
“L’apertura del nuovo spazio permanente dedicato a Fausto Melotti è il segnale tangibile del ripensamento delle funzioni del Mart intrapreso negli ultimi anni”, dichiara Gianfranco Maraniello, direttore del Mart.“Un passo dopo l’altro concretizziamo il progetto originario del polo culturale roveretano, così come ideato dai suoi fondatori. Attraverso azioni lungimiranti e sinergiche, tenendo conto dei rispettivi elementi di forza, oggi incrociamo il nostro destino con quello delle altre istituzioni che possono ridisegnare la mappa culturale del territorio”.
Da parte sua, Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico, sottolinea che “questa nuova iniziativa è un mattone importante nella costruzione di un’idea di museo che permea il mio pensiero, condiviso dal nostro consiglio di amministrazione, il primo passo per una serie di novità che prossimamente abbiamo in animo di realizzare”.
“È un omaggio a un grande roveretano al quale viene dedicato uno spazio che promuove la sua arte proprio nel territorio che l'ha generata”, sottolinea il sindaco di Rovereto Francesco Valduga. “E' anche l'ulteriore arricchimento di un sistema museale che si sta sempre più consolidando sull'asse che dal Mart, attraverso lo Spazio Melotti, prosegue con Casa Depero, Palazzo Sichardt e il Museo della Guerra e in prospettiva includerà altri due luoghi significativi per la nostra storia e il patrimonio comunale: Palazzo Grillo e la ex-Filanda Bettini”.
Palazzo Alberti Poja
Affacciato sul corso Bettini di fronte all’Università e al Teatro Zandonai, Palazzo Alberti Poja rappresenta una sorta di punto di accesso – reale e simbolico – al polo culturale costituito dal Mart, dalla Biblioteca Civica Tartarotti, dall’Auditorium Fausto Melotti. Attraverso il costante sviluppo di progetti sempre più rilevanti, la sede storica viene restituita alla città come luogo deputato alla valorizzazione delle proprie eccellenti radici culturali, nel quale la storia dell’arte si intreccia con la storia di famiglie, di persone, di artisti che, roveretani d’origine, hanno saputo costruirsi una fama che valica i confini regionali e nazionali.
Oltre allo Spazio Fausto Melotti, con quattro sale allestite al primo piano, il percorso espositivo del Museo prevede la nuova Sala dedicata a Carlo Belli (Rovereto, 6 dicembre 1903 – Roma, 16 marzo 1991), teorico dell'astrattismo italiano, critico d’arte, giornalista, scrittore, musicologo e artista, alla cui memoria è intitolata anche la Sala Conferenze. In esposizione nella piccola ma significativa sala vi sono documenti, fotografie e libri, provenienti dall’Archivio del ’900 del Mart e dalla Fondazione Sergio Poggianella, e suoi dipinti della Fondazione Museo Civico di Rovereto, che conserva la collezione d’arte comunale.
L’identità di Palazzo Alberti Poja, pregevole dimora settecentesca, è stata riportata all’originaria bellezza grazie al recente restauro a cura del Comune di Rovereto e della Provincia autonoma di Trento, con l’intervento dell’architetto Mario Botta. Il palazzo conserva un salone interamente affrescato da Marco Marcola (Verona, 1740-1793) con l’aiuto del fratello Francesco per le quadrature illusionistiche.
Convenzione per i visitatori del Mart
Nell’ambito della convenzione stipulata con il Mart per l’apertura dello Spazio Fausto Melotti, la Fondazione Museo Civico di Rovereto offrirà l’ingresso a tariffa ridotta a tutti i visitatori che si presenteranno con il biglietto d’ingresso al Mart o la Mart Membership card
26/03/2018