"Storia intima della Grande Guerra". Lettere, diari e memorie dei soldati dal fronte
Giovedì 19 alle 17 presso la sala conferenze del Mart la presentazione di un racconto collettivo: il viaggio dei soldati all’interno di quel vero e proprio altrove che è la “zona di guerra”
Questo volume che raccoglie lettere, annotazioni diaristiche, memorie autobiografiche della Grande Guerra è un’antologia dai tratti ben marcati: i testi selezionati sono opera di soldati subalterni, quasi mai di ufficiali, sono testi socialmente connotati (rimandano al “popolo” dei lavoratori, contadini, operai, artigiani), si collocano nell’alveo di una scrittura popolare, si sottraggono, quasi sempre, alle norme ortografiche e sintattiche (e per questo possono sembrare ingovernabili).
Le lettere e i diari dei soldati comuni erano parte di una comunicazione intima, chiusa entro la cerchia famigliare, in continuità con il colloquio orale caratterizzato dalla confidenza filiale o coniugale. Noi, lettori postumi, non eravamo previsti, tanto che di fronte alla fragilità di quella scrittura la nostra presenza ha ora qualcosa di intrusivo e di impudico. Al contrario, gli ufficiali colti, per non parlare degli ufficiali-scrittori o degli ufficiali-giornalisti, anche quando scrivono alla famiglia o stendono note apparentemente riservatissime, scrivono anche un po’ per noi: quel tanto o poco di “letterario” e di formale che governa la loro scrittura ci include tra i loro lettori “modello”.
Nell’antologia abbiamo cercato di disporre i testi in modo da creare un racconto collettivo, dove i capitoli vengono a segnare le tappe del viaggio dei soldati all’interno di quell’universo separato, di quel vero e proprio altrove che è la “zona di guerra”. Scaricati dalle tradotte i soldati si addentrano in una terra incognita e passo dopo passo scoprono la marcia, la trincea, la prima linea, il bombardamento, la guardia nei posti avanzati, l’assalto e contemporaneamente prendono coscienza della fragilità del proprio corpo e della propria mente. Il tema dell’antologia è dunque l’esperienza della guerra come viaggio iniziatico, raccontata in presa diretta ai propri famigliari o rammentata anni dopo alla generazione dei figli e a quella dei nipoti.
Il volume si chiude con il dvd Scemi di guerra, il documentario di Enrico Verra dedicato ai soldati colpiti da psiconevrosi, chiusi in manicomio e sottoposti a trattamenti spesso crudeli. Si potrebbe anche dire che questa antologia che descrive in molti dei suoi aspetti l’esperienza soggettiva della guerra, fornisca lo scenario da cui emerge il trauma mentale. Una delle convinzioni che sorregge il film di Verra è che il fenomeno di quelli che la memoria popolare avrebbe finito per ricordare come “scemi di guerra”, non sia che la punta più visibile di un malessere ben più vasto e sotterraneo. Le migliaia di soldati (40.000) che vennero reclusi nei manicomi furono coloro che non riuscirono a dare un significato alle loro sofferenze, ad accettare il drammatico mutamento avvenuto nelle loro vite né ad adattarsi ai nuovi modelli di condotta personale. Per allontanare dolore, paura, smarrimento, essi impoverirono la propria coscienza e rinunciarono a udire, vedere, parlare o ricordare.
La lettera di Francesco Giuliani
17/03/2015