2046

Cinema

Pergine Spettacolo Aperto 2005
Rassegna cinematografica Riccardo Pegoretti

Francia/Hong Kong, 2004
durata: 120'
genere: fantascienza, drammatico, romantico
regia: Wong Kar-Wai
attori: Tony Leung Chiu Wai (Chow Mo Wan); Gong Li (Su Li Zhen); Faye Wong (Wang Jing Wen/Wjw 1967); Kimura Takuya (Tak); Zhang Ziyi (Bai Ling); Carina Lau (Lulu/Mimi); Chang Chen (Cc1966); Maggie Cheung (Slz1960)
sceneggiatura: Wong Kar-Wai
fotografia: Christopher Doyle, Kwan Pun Leung, Lai Yiu-Fai
musiche: Peer Raben, Umebayashi Shigeru
montaggio: William Chang Suk Ping
scenografia: William Chang Suk Ping
effetti: Buf Compagnie
costumi: William Chang, Silvia Nebiolo

Era uno scrittore. Pensava di aver raccontato il futuro, in realtà era il passato. Nel suo romanzo un treno partiva una volta ogni tanto per una destinazione misteriosa: 2046. Chiunque viaggiasse verso 2046 voleva riconquistare i ricordi perduti. Era un paese, una data o un luogo della memoria? Si diceva che laggiù tutto rimanesse immutato. Una supposizione, perché nessuno era mai tornato indietro. Con un'eccezione. Lui era là. Scelse di andarsene. Voleva cambiare.

«2046 come ogni opera in progress è un oggetto fluido e inafferrabile, affascinante e labirintico almeno quanto la storia che racconta muovendosi fra passato e presente, realtà e immaginazione, come può fare solo un film aperto e contraddittorio per natura. È il seguito di In the mood for love (anzi uno dei possibili seguiti), ma non lo è davvero perché Tony Leung riprende il suo personaggio, ma Maggie Cheung appare pochi secondi e al suo posto c'è Gong Li. Si intitola 2046 ma la fantascienza non c'entra, 2046 è la stanza della locanda-bordello di Hong Kong nel quale Tony Leung vive, scrive, ricorda, si disperde in mille possibili amori senza mai (voler) vivere un amore vero. Più che un racconto è un viaggio, dice l'autore, ma un viaggio che non conduce in nessun luogo. Un itinerario tutto mentale dentro ai labirinti del corpo, del desiderio, della memoria, che potrebbero anche essere tre nomi di una cosa sola, una medesima tensione verso quanto resta sempre al di là della nostra portata. Chi ricorda In the mood for love ritroverà il gusto squisito, le atmosfere struggenti, i tagli visivi e musicali di Wong Kar-Wai, regista che, al culmine del successo (e del potere), prova, osa, esperimenta». (Fabio Ferzetti, “Il Messaggero”, 22 maggio 2004)
PRESENTATO IN CONCORSO AL 57° FESTIVAL DI CANNES (2004)


organizzazione: Pergine Spettacolo Aperto