2984

Teatro

Trento a Teatro
Stagione di Prosa

Venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 febbraio 2012 sarà in scena al “Cuminetti” di Trento la Compagnia “Teatro della Tosse” con «2984», uno spettacolo interattivo e multimediale di Enrico Remmert e Luca Ragagni tratto da «1984» di George Orwell. Fra gli interpreti Enrico Campanati, Aldo Ottobrino, Marina Remi e con la video-partecipazione di Enrico Ghezzi. Si tratta del secondo appuntamento del progetto “Altri percorsi” inserito nella “Grande Stagione” del Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento.

Compagnia Teatro della Tosse
2984
Di Enrico Remmert e Luca Ragagni tratto da 1984 di George Orwell
Regia Emanuele Conte
Con Aldo Ottobrino, Marina Remi, Enrico Campanati, Gianni Masella, Pietro Fabbri, Luca Ferri, Sara Nomellini e Yuri D'Agostino
Regista assistente Gianni Masella
Luci Tiziano Scali
Video art Gregorio Giannotta
Regia video Luca Riccio
Musiche degli Einsturzende Neubauten a cura di Tiziano Scali
Impianto scenico Luigi Ferrando

LO SPETTACOLO
2984 è una coproduzione tra il Teatro della Tosse e il Festival della Scienza, che da diversi anni collaborano insieme con crescente successo.
Il testo di 2984 è di Enrico Remmert scrittore e sceneggiatore e Luca Ragagnin poeta, scrittore e autore di testi musicali.
Lo spettacolo celebra il 60° anniversario della pubblicazione del libro dello scrittore inglese, che concludeva la sua ideale trilogia sulla dittatura comunista iniziato con Omaggio alla Catalogna e proseguito con La Fattoria degli animali.
Come Orwell scrive il suo libro nel 1948 e inverte le ultime cifre della data per raccontare un futuro prossimo pericoloso e inquietante, così nello spettacolo il numero 1 del titolo diventa un 2.
Il protagonista Winston Smith vive in un mondo dominato dai ministeri dell’Amore, dell’Abbondanza, della Verità e della Pace, e per le strade risuonano gli slogan La Guerra è Pace, La libertà è schiavitù, L’ignoranza è forza. Tutto ci ricorda sinistramente il nostro tempo e il continuo ricorso alla Paura e alla Propaganda per limitare sempre più la libertà di scelta.

LA SCENA
L’impianto scenico di Luigi Ferrando trasforma il palco in un luogo/non luogo del futuro prossimo, con richiami continui e inquietanti al nostro quotidiano. Lo spazio è occupato da telecamere, monitor, video. In più alcuni animali imbalsamati osservano il pubblico con angosciante e sofferente immobilità. Le immagini e i suoni si inseguono senza soluzione di continuità creando un effetto disorientante e spiazzante per il pubblico, anche grazie alle forti musiche degli
Einsturzende Neubauten rielaborate da Tiziano Scali.

WINSTON E JULIA
Protagonista della storia è Winston Smith, interpretato da Aldo Ottobrino, che vive in un mondo dominato dai ministeri dell’Amore, dell’Abbondanza, della Verità e della Pace. Per le strade di questa Londra da incubo risuonano gli slogan La Guerra è Pace, La libertà è schiavitù, L’ignoranza è forza. Nella messa in scena tutto ricorda sinistramente il nostro tempo, il continuo ricorso alla Paura e alla Propaganda per limitare sempre più la libertà di scelta, è estremamente reale e attuale.
Aldo Ottobrino e Marina Remi interpretano con intensità la “ribelle” storia d’amore tra Winston e Julia, mentre Enrico Campanati presta il volto all’ambiguo O’Brien.
Il testo di Remmert e Ragagnin è fedele al libro di Orwell e ne mette in evidenza gli aspetti più attuali. La regia di Emanuele Conte restituisce la stessa coinvolgente potenza delle pagine del libro, mantenendo il clima claustrofobico e di smarrimento provati dai lettori di tutto il mondo

Già guardava al futuro George Orwell, scrittore e giornalista britannico, quando nel 1948 scrisse il più noto fra i suoi romanzi, «1984», che concludeva la sua ideale trilogia sulla dittatura iniziata con “Omaggio alla Catalogna” e proseguita con “La fattoria degli animali”. Decise, infatti, di invertire nel titolo le ultime due cifre dell'anno di stesura del testo, facendogli fare in tal modo un balzo in avanti di 36 anni.
Sono andati ben oltre Enrico Remmert e Luca Ragagnin che, nella stesura della loro scrittura scenica, proiettano in avanti di mille anni il capolavoro di Orwell, puntando a cogliere ciò che nel libro è classico e a farlo convivere con la realtà di oggi.
«2984», prodotto dalla Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse per la regia di Emanuele Conte, sarà in scena venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 febbraio al Teatro “Cuminetti” di Trento, sempre in orario serale con inizio alle 20,30. Si tratta del secondo appuntamento del progetto “Altri percorsi” inserito nella “Grande Stagione” del Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento.
Alla denuncia di tutti i totalitarismi, fulcro della cosiddetta “distopia orwelliana”, si aggiunge in «2984» un'analisi sinistra del mondo occidentale moderno, dove il continuo ricorso alla paura e alla propaganda limita sempre più la libertà di scelta delle persone. Ai molteplici piani di lettura del romanzo, ancora attualissimo, si aggiungono nuovi spunti derivati dall’analisi della realtà quali l’uso delle tecnologie moderne per una propaganda politica aggressiva o per il controllo personale sempre più invasivo. Il linguaggio, la tecnologia, la propaganda e il continuo ricorso alla “paura”, caratteristici del nostro tempo, ricordano gli slogan (La Guerra è Pace, La libertà è schiavitù, L’ignoranza è forza) e i ministeri (dell’Amore, dell’Abbondanza, della Verità e della Pace), che dominano la vita di Winston Smith, protagonista e simbolo di un’umanità privata delle proprie differenze e del libero arbitrio.
In uno spazio scenico affollato da telecamere e monitor, il pubblico sarà chiamato a farsi componente attiva dello spettacolo. Alcuni spettatori, infatti, saranno invitati a salire sul palcoscenico e, dopo un breve “indottrinamento”, potranno interagire con gli attori. E, per chi guarda, diventerà difficile capire chi è vero attore o falso pubblico: proprio come succede guardando la televisione in cui tra verità e fiction non esiste più un confine marcato. La presenza in video di Enrico Ghezzi, intellettuale dell'etere e padre del Bolb televisivo, nel ruolo del capo dei ribelli anti Grande Fratello, incarna questa strana dicotomia fra realtà e finzione.
Nel testo, fedele al libro di Orwell, non mancano i temi cardine di «1984»: il totalitarismo, il condizionamento dell’opinione pubblica, la manipolazione del pensiero di massa e il controllo totale sull’individuo. Una riflessione profonda sul mondo che stiamo costruendo partendo da una lucida analisi del presente.
L'allestimento del Teatro della Tosse diretto da Emanuele Conte vede in scena Enrico Campanati, Aldo Ottobrino, Marina Remi, Pietro Fabbri, Luca Ferri, Gianni Masella e Sara Nomellini.
L'impianto scenico è di Luigi Ferrando, Tiziano Scali ha disegnato le luci e Gregorio Giannotta ha curato la video-art per la regia di Luca Riccio. Le musiche sono del gruppo “industrial” berlinese Einstürzende Neubauten. (F.L.)


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara