8 donne e un mistero
Francia, 2002
Durata: 103'
Genere: Musicale/Commedia/Giallo
Regia: François Ozon
Cast: Danielle Darrieux, Catherine Deneuve, Isabelle Huppert, Emmanuelle Béart, Fanny Ardant
Francia anni Cinquanta. In un paesino di provincia i membri di una famiglia alto borghese si ritrovano per festeggiare il Natale. Ma quest'anno non c'è nulla da festeggiare dal momento che il capo famiglia è stato assassinato. Ci sono otto donne che possono essere state l'autore o meglio l'autrice del delitto. Chi sarà fra loro?
Difficile credere che il regista di questo delizioso racconto corale sia lo stesso che ha debuttato nel 1998 con l'orribile "Sitcom". Eppure, già nella malriuscita opera prima di Francois Ozon (coccolato dalla critica fin dai cortometraggi di esordio), ci sono tutti gli elementi che contraddistinguono la sua cinematografia: la dissacrazione della famiglia, una certa morbosità nel delineare le pulsioni umane, il gusto del grottesco, la contaminazione di stili. Elementi che ritroviamo, con ben altra armonia, nel riuscitissimo "Otto donne e un mistero". Il regista riesce infatti ad amalgamare con ironia atmosfere da giallo all'Agatha Christie, una passione per il cinema come dispensatore di sogni e un pizzico di contagiosa follia. La storia vede riunite otto donne in una casa isolata al cospetto di un uomo accoltellato. L'assassina pare essere inevitabilmente una di loro e la forzata prigionia farà riemergere conflitti familiari mai sopiti. Raccontato così sembra il classico film di impostazione teatrale, dove le apparenze ingannano, i parenti si rivelano serpenti, bla, bla, bla. Invece Francois Ozon riesce ad imprimere al lungometraggio un taglio personale esplicitando fin dai floreali titoli di testa le sue intenzioni: giocare con il cinema. Ma non si accontenta di un citazionismo spicciolo, riproducendo fedelmente atmosfere in technicolor degli anni cinquanta e facendo muovere le attrici come dive del passato. Non tenta, insomma, la carta dello svecchiamento fine a se stesso, ma dona nuova vitalità ad un immaginario solo temporaneamente accantonato. Qualcosa di simile all'operazione compiuta da Todd Haynes in "Far from heaven", con la differenza che si partecipa al film di Ozon con un prolungato sorriso ironico, mentre il lungometraggio di Haynes finisce con il raffreddarsi prendendosi sul serio. Alla divertita e divertente riuscita di "Otto donne e un mistero" contribuiscono la cura dei dettagli, nelle scenografie e nei costumi, e una sceneggiatura ad orologeria, dove gli improbabili colpi di scena si succedono a ripetizione, inframmezzati da canzoni che diventano un piacevole e mai noioso intermezzo. Ovviamente, grande plauso al cast che riunisce alcune muse del cinema francese: radiosa Fanny Ardant, ironica e sempre sperimentatrice Catherine Deneuve (nonostante qualche impaccio nei balletti), bellissima (ma non solo) Emmanuelle Beart e mitica la veterana Danielle Darrieux. Isabelle Huppert è la piu' caricaturale, ma è sempre un piacere vederla recitare, Virginie Ledoyen esce dal glamour di ragazza copertina dimostrando di saper recitare e le meno famose Firmine Richard e Ludivine Sagnier sono una piacevole sorpresa. Tra le righe emerge una buona dose di misoginia e l'Uomo appare quanto mai fragile e vulnerabile: l'unico che si intravede è morto e nei rapidi flashback è sempre di spalle. Chissà, forse un simbolo dell'anonimato della figura maschile alla completa mercè degli intrighi orditi con inganno, arguzia e poco amore dalle calcolatrici, avide e per nulla romantiche donne, anzi, Femmine. Una visione non per forza condivisibile, ma condotta con brio, humour e passione cinefila contagiosi.
Luca Baroncini
Tratto da http://www.centraldocinema.it/Recensioni/19Set02/otto_donne_e_un_mistero.htm