A cavallo della tigre

Cinema

Italia, 2002
Genere: Commedia
Regia: Carlo Mazzacurati
Cast: Fabrizio Bentivoglio, Paola Cortellesi, Tunnel Kurz

L’originale è una commedia “cattiva” girata nel 1961 da Luigi Comencini, ma nonostante il titolo e il plot narrativo Carlo Mazzacurati rifiuta l’idea del remake. “Oggi tutto è cambiato, tutto è diverso”, afferma il regista padovano. “Il film di Comencini raccontava un mondo di reietti in un dopoguerra infinito. I miei protagonisti sono uomini e donne che vivono sui miti creati dalla cultura e dalla tv.” Il protagonista della nuova vicenda è Guido, quarantenne simpatico e sbruffone, pieno di debiti che, per risolvere la situazione, decide di compiere una rapina, coinvolgendo nel progetto la sua compagna Antonella. Il piano funziona a metà: Antonella, non identificata, riesce a fuggire col bottino, ma Guido è arrestato. Si prende due anni e mezzo di carcere, ma non rivela nulla. Senonché, proprio quando la condanna sta per esaurirsi, si ritrova nell’evasione di due ergastolani extracomunitari i quali, per non essere presi, lo obbligano a fuggire con loro. Una volta fuori del carcere, Guido si mette sulle tracce di Antonella, ma intanto cementa una bella amicizia con uno degli evasi, Faith, un anziano dotato di uno speciale senso dell’onore e della dignità, che comincia a vedere in lui il figlio che non ha mai avuto. Poi, quando finalmente ritrova la sua donna, Guido scopre che lei non ha più un soldo, ma in compenso un nuovo compagno.

Dopo il poco successo de "La lingua del santo", Carlo Mazzacurati torna al passato e si ispira ad un Monicelli d'annata, affidandosi una volta ancora alla interpretazione di Fabrizio Bentivoglio. Ma sebbene gli elementi del puzzle ci siano tutti, i pezzi non si incastrano così bene e l'esperimento è decisamente deludente.
La storia dello sfortunato Guido, quarantenne simpatico ma sbruffone che decide di fare una rapina con la collaborazione della sua fidanzata, ballerina televisiva per finire poi immediatamente in galera, non strappa né una lacrima né un sorriso. E neppure le vicissitudini che lo vedono coinvolto nella fuga di due ergastolani a pochi giorni dalla agognata libertà. Le surreali avventure tra Milano e Genova del protagonista e del suo compagno turco Hamid per raggiungere una fidanzata che ha trovato rapidamente come consolarsi, suscitano solo tiepide emozioni.

Si tratta poi del racconto di persone semplici che cercano di barcamenarsi con la vita che li tradisce continuamente deludendo sistematicamente ogni impeto vitale. Ma la commedia amara di Monicelli, grottesco racconto di un uomo incapace di vivere nella società contemporanea reso più tragico dall'interpretazione trasognata e malinconica di Nino Manfredi, nella versione di Mazzacurati perde il suo carattere di denuncia, trasformandosi in una cronaca piuttosto piatta e noiosa di un uomo disgraziato. Bentivoglio fa il suo lavoro senza lasciarsi troppo trascinare dall'interiore coinvolgimento che ci si aspetta da un interprete, mentre Paola Cortellesi esegue il proprio lavoro d'attrice con abnegazione non riuscendo però, neppure in questa occasione, a conquistarsi la palma della recitazione.
Valeria Chiari

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