Al tramonto quando il cielo si infuoca. Davide Orler Opere 1958-2008

Mostra

La mostra, su tre sedi (Mezzano, Fiera di Primiero e San Martino di Castrozza), è organizzata dall'associazione La Bottega dell'Arte

David Orler nasce a Mezzano, Primiero, il 16 febbraio 1931. Autodidatta, s’interessa di pittura fin da ragazzo. Nel 1946, a soli quindici anni, lascia il paese natale per recarsi a Venezia, città dei suoi sogni.
A diciotto anni si arruola volontario nella Marina, ove resterà fino al 1957. È in questo periodo che nascono i primi paesaggi di Mezzano e, più in generale, della montagna, lavori influenzati dalla luce e dai colori del Mediterraneo. Quindi si stabilisce a Venezia dove già l’anno precedente aveva tenuto la sua prima personale alla Galleria San Vidal. Il successo lo proietta nel mondo internazionale dell’arte che, al tempo, si trovava qui a Venezia, tra Biennali, l’Opera Bevilacqua La Masa e collezionisti e mecenati come Peggy Guggenheim. Nel 1958 espone al Museo Grimaldi di Antibes. Numerosissime le mostre personali e collettive che tiene in gallerie private e spazi pubblici finché nel 1965 si appassiona alla pittura russa di icone che lo porterà a diventare un collezionista tra i più importanti d’Europa. Si ritira a Favaro Veneto continuando a dipingere per sé. Negli anni ‘90 Orler ritrova una nuova giovinezza con il ciclo de La Bibbia, dipingendo un centinaio di dipinti dedicati al Vecchio e al Nuovo Testamento e con il ciclo dei Miracoli, esposti per l’occasione nella sede del Palazzo delle Miniere a Fiera di Primiero.

1964-1988 un’antologica profana
San Martino di Castrozza, Galleria Orler
Collage, olio su tela, su panforte, faesite, plexiglass, cartone, compensato, moquette, juta, vetro, latta. Smalti, carta, matita, pennarello, legno, cotone, pastasciutta, sughero, nylon. Non c’è una tecnica alla quale l’artista non si sia abbeverato e che non abbia utilizzato. Così come non c’è un tema che non abbia affrontato. Ma su tutti emerge prepotente il paesaggio. Un paesaggio inteso come raffigurazione di ciò che sta fuori – paesaggio naturale e paesaggio culturale – e di ciò che sta dentro il proprio cuore e la propria anima. All’interno di questo mondo composito si è mosso Davide Orler, perforando i movimenti e gli stili che si sono succeduti durante la sua polimorfa e attiva vita. Arte Povera, Concettuale, Iperrealismo, Extra Media, Pittura Pittura, Noveau Realismo – a cui forse si sente più vicino nell’idea di manipolazione della materia – fino alla Transavanguardia e al ritorno all’ordine o comunque alla figurazione: tutte queste manifestazioni le ha attraversate e in ognuna di queste ha colto le similitudini, incorporandole nel suo percorso, o ne ha respinto i linguaggi. Liberamente si muove negli stili e nelle tecniche, il che lo pone in qualche modo al di fuori del tempo e della storia, poiché la vita “nomade” non si trasforma mai; è come se si trovasse sempre all’origine, al primo piacere che si prova quando si crea qualcosa, allo stupore infantile di fronte all’universo finito e a quello infinito.

catalogo a cura di Fiorenzo Degasperi
allestimento mostra Arch. Giuliana Zanella
si ringrazia l'archivio Davide Orler per la concessione delle opere


organizzazione: La Bottega dell'Arte