All you need is love

Musica

Compagnia per una notte
All you need is love
Concerto Spettacolo omaggio ai Beatles

• Gli interpreti
Davide Giorgi (Jude)
Lorenzo De Santis (Max)
Laura Valer (Molly, prima ballerina)
Laura Novembre (Sadie)
Stefania Ravagni (Lucy)
Marta Pomarolli (Prudence)
Sara Zeni (Jojo)
Christian Gomarasca (Dr. Robert, Mr. Kite)
Alessandro Caffini (Paco)
Rocco Rampino (Wes Huber)
Serena Tomasi (madre di Lucy, ballerina)
Michele Benetti (Dottore, ballerino)
Stefano Soi (Daniel, Bill, ballerino)
Francesco Filippi (Phil, ballerino, comparsa)
Theowill Willow Jean-François (Michelle, ballerina)
Giorgia Molinari (cantante Cavern, ballerina, cori)
Stefano Maestrelli (ballerino, marinaio)

• I musicisti
Silvano Leonelli (tastiere e direzione musicale)
Stefano Mura (chitarra e voce)
Stefano Andrighettoni (basso)
Massimo Fogolari (batteria)

Regia: Piero Carotta
Aiuto regia: Laura Valer
Produzione: Area Teatro APPM e Officina a.p.s.
Coreografie: Laura Valer e Christian Gomarasca
Direzione musicale: Silvano Leonelli
Illustratrice: Consuelo Longhi
Fotografia: Stefano Maule

TRAMA
Jude è un ragazzo impiegato nei cantieri navali di Liverpool. Suo padre, un soldato americano di istanza in Inghilterra durante la Seconda Guerra Mondiale, ha lasciato sua madre prima che lui nascesse. La curiosità di conoscere qualcosa di più sulla sua origine spinge Jude a imbarcarsi per gli Stati Uniti. Lì troverà le risposte che cercava ma soprattutto la vera amicizia e il vero amore; il tutto sullo sfondo della contestazione giovanile e delle lotte pacifiste contro la guerra in Vietnam che animarono il mondo alla fine degli anni Sessanta.

SPETTACOLO E RAPPRESENTAZIONE SCENICA
Lo spettacolo alterna momenti di recitazione e danza con una trentina delle più belle canzoni dei Beatles, che diventano parte integrante del racconto: l’idea alla base della realizzazione è stata proprio quella di rendere protagoniste le canzoni, inserendole in una vicenda ambientata negli anni Sessanta. Le avventure dei protagonisti, quindi, si snodano sulle note immortali del quartetto di Liverpool, riarrangiate in una veste tutta nuova ed eseguite interamente dal vivo: sul palco è infatti visibile il gruppo musicale, che funge da sfondo e sottofondo a tutta la vicenda, diventando a volte un vero e proprio protagonista dello spettacolo.
Davanti ai musicisti, poi, si muovono i personaggi di questo viaggio all’indietro nel tempo: sono loro a cantare le canzoni che, come detto, sono totalmente inserite nella recitazione e nel racconto delle vicende. Non si tratta, quindi, di un semplice spettacolo musicale, ma di una vera e propria narrazione cantata, come accade nella più pura tradizione internazionale del musical.
Lo show prende spunto dal film cult “Across the Universe” e ci regala un viaggio psichedelico e coloratissimo nella realtà giovanile degli anni Sessanta, tra grandi ideali, amore, amicizia, delusioni, droghe, contestazioni e la voglia di trovare un’identità in un mondo che sta cambiando velocemente. Tra pacifisti e guerra in Vietnam, droga e trasgressione, grandi ideali e scontri generazionali, il messaggio finale dello spettacolo è il valore dell’amore come cemento della società: non solo quello tra un ragazzo (Jude) e una ragazza (Lucy), bensì quello che lega sei amici (Jude, Max, Lucy, Sadie, Prudence e Jojo) in un vincolo di fratellanza che né la guerra né le ambizioni personali né lo sballo né tantomeno la distanza possono rompere.

Lo spettacolo ha debuttato il 24 maggio 2011 al teatro di Romagnano registrando il sold out e un ottimo riscontro di critica: lo stesso si è verificato il 2 dicembre scorso al teatro di Cles.

CURIOSITÀ
Seppure i Beatles non vengano mai menzionati espressamente nello spettacolo, sono numerose le citazioni e i riferimenti al quartetto.
I nomi dei personaggi, ad esempio, sono tutti presi da brani dei Beatles. Liverpool e New York, città in cui lo spettacolo è ambientato, sono le città che segnano due tappe fondamentali nella storia del gruppo: sono infatti quella di origine e quella in cui Lennon vive la quasi totalità dei suoi anni negli States. Jude ha un innato talento per l’arte, proprio come John Lennon, ed esegue numerosi dipinti durante lo spettacolo: tra questi spiccano i ritratti di Lucy, proprio come fece Lennon ai tempi della luna di miele con Yoko Ono. La casa discografica di Sadie, la “Strawberry”, è in realtà un omaggio alla Apple Corps, casa discografica dei Beatles. Altri riferimenti, meno espliciti, sono vere e proprie sfide per gli appassionati del quartetto di Liverpool, che potranno divertirsi a rintracciarli durante tutto lo spettacolo.

LE CANZONI
Girl (Jude)
Hold me tight (Cantante Cavern)
All my loving (Jude)
It won’t be long (Lucy)
With a little help from my friends (Jude e Max)
Lucy in the sky with diamonds (musicisti)
I’ve just seen a face (Jude)
Come togheter (Max e Jojo)
Let it be (Max, Sadie, Jojo)
Why don’t we do it? (Sadie)
I wanna hold your hand (Prudence)
Dear Prudence (Prudence, Sadie, Max, Jojo, Jude)
If I fell (Lucy)
I want you (Musicisti, Jojo)
I’m the walrus (Max)
Blue Jay Way (Prudence)
For the benefit of Mr. Kite (Mr. Kite)
Because (tutti)
Something (Jude)
Strawberry fields forever (Jude e Max)
Revolution (Jude)
While my guitar gently weeps (Jojo)
Helter skelter (Sadie)
Happiness is a warm gun (Max)
Blackbird (Lucy)
Hey Jude (Max)
Don’t let me down (Sadie)
All you need is love (Jude, tutti)

LA COMPAGNIA PER UNA NOTTE
“Compagnia per una notte” è il nome che, un po’ per scherzo e un po’ per gioco, gli interpreti dello spettacolo si sono dati: vuole indicare la possibilità di essere qualcosa di diverso in ogni occasione, ma intende anche sottolineare che ciò che accade in loro presenza è sempre qualcosa di unico e irripetibile. La “Compagnia per una notte” nasce all’interno dell’Area Teatro APPM e dell’Officina a.p.s.. Le esperienze artistiche dei membri della compagnia sono eterogenee: si va da chi è alle prime armi a chi ha alle spalle numerosi anni di attività nei più diversi ambiti. Quello che accomuna tutti è l’entusiasmo, l’energia e la voglia di dare il massimo per divertire e divertirsi.

Foto Stefano Maule