Amici miei
Adattamento dal film omonimo di P. De Bernardi, M. Monicelli, D. Consoli, F. Bellomo, T.Pinelli
Perozzi, Melandri, Mascetti, Sassaroli: quattro amici dei giorni nostri con la mentalità di altri tempi. È una storia/non storia, nel senso che essa non segue il filo conduttore classico di tutte le trame: inizia e finisce in un momento qualsiasi, anche se con la morte di uno del quartetto. Una morte che però non ferma nessun meccanismo: tutto continua come prima, animato dalla stessa filosofia che aveva guidato i fatti accaduti in precedenza. Dice Mascetti, descrivendo i suoi compagni: «Ecco qui gli amici miei... Cari amici... Mentre me li guardo a uno a uno mi domando come mai questa amicizia è durata tanto. Un'amicizia con regole precise anche se non ce le siamo mai dette: le donne, per esempio, mogli o amanti che siano, rigorosamente escluse... E poi il diritto al reciproco sfottimento e più che altro la voglia di non prendersi mai sul serio». È questo il sentimento che li unisce, tutti insieme - non più ragazzini ma cinquantenni - estrinsecando un'energia tutta particolare che muove quasi tenendo conto di quella premonizione di morte. E gli scherzi, gli atteggiamenti goliardici assumono una forma densa di significati, che tende a "esorcizzare la vita", a "fermare" l'esistenza, insomma, proprio attraverso le sue espressioni più scanzonate e burlesche. "Zingari", così amano chiamarsi questi amici. Il bello della zingarata è proprio questo: la libertà, l'estro, il desiderio. Come I'amore. Nasce quando nasce, e quando non c'è più, inutile insistere: «non c'è più». E ancora: « ...Non è facile giocare continuamente. Il gioco ha un fondo di serietà che nemmeno si sospetta. E così, a volte, ci guardiamo, ci giudichiamo e finiamo per chiederci tutti che cosa ci stiamo a fare al mondo... ». Sono parole venate di amarezza lontana, quasi premonitrici della morte che coglierà, alla fine, lo stesso Perozzi. Un passaggio all'altra vita che avviene senza drammi e che si compie nello spirito di sempre: la presa in giro al prete che viene per dare l'estrema unzione. Il ciclo continua, tra un gioco e l'altro, come sfuggendo continuamente a qualche cosa.
INTERPRETI PRINCIPALI: Jerry Calà, Franco Oppini, Ninì Salerno - REGISTA: Mario Monicelli
organizzazione: Coordinamento Teatrale Trentino - Comune di Ala - Casse Rurali Trentine