Amore mio, uccidi Garibaldi

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Isabella Bossi Fedrigotti, Amore mio, uccidi Garibaldi, Longanesi, 2011

È il 23 giugno 1866. Il giorno seguente le truppe imperiali austriache sconfiggeranno quelle del giovane regno d’Italia a Custoza. Quasi un mese dopo identica sorte avrà la battaglia navale di Lissa. Ma Garibaldi è saldamente attestato nel Trentino e con le camicie rosse dei suoi volontari semina il panico tra i militari austriaci e la popolazione fedele a Francesco Giuseppe. «Amore mio, uccidi subito questo Garibaldi», scrive la principessa Leopoldina Lobkowitz al marito, conte Fedrigo Bossi Fedrigotti, che si è arruolato volontario nelle truppe imperiali.
Leopoldina arriva dagli splendori di Vienna, dagli agi di immense tenute in Boemia. Da lì è giunta a Rovereto in casa dello sposo, nobile «povero» di una povera provincia dell’impero, di cognome italiano, di dialetto trentino, ma di sentimenti incrollabilmente a sbur gici. Al suo fianco Leopoldina vive questo sconvolgersi del mondo che già prelude al crollo dell’Austria Felix. Nel quadro degli eventi militari e politici, scandito dalle lettere dei due sposi-amanti – raccolte con amore e tradotte in romanzo dalla bisnipote Isabella – si svolge la trepidante vicenda privata dei due protagonisti, delle loro famiglie, del loro contorno di amici.

Isabella Bossi Fedrigotti nasce a Rovereto da una nobile famiglia, può vantare, infatti, il titolo di contessa. Oggi vive a Milano dove lavora come scrittrice e giornalista collaborando con “Il Corriere della Sera” e curando una rubrica sull’allegato settimanale “Sette”. Il Trentino - da sempre terra di confine sospesa tra Italia e Tirolo - e la storia familiare della scrittrice, figlia di una signora austriaca, hanno contribuito a creare una figura umana e letteraria unica, dove convogliano anime diverse. Il romanzo con cui Isabella Bossi Fedrigotti debutta, “Amore mio, uccidi Garibaldi”, è stato ripubblicato nel 2011 a oltre trent’anni dalla prima uscita, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. È un romanzo ispirato alla famiglia dell’autrice, in particolare ai bisnonni Fedrigo e Leopoldina che si trovarono coinvolti e divisi dalla Terza Guerra di Indipendenza, quando Fedrigo combatté sulle montagne di Rovereto contro le truppe di Garibaldi.


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