Anatomia di un rapimento

Cinema

Effetto Notte. Cineforum 2005/2006

Giappone, 1963
Titolo originale: Tengoku to Jigoku
Genere: Drammatico
Durata: 122'
Regia: Akira Kurosawa
Cast: Toshiro Mifune, Tatsuya Mihashi, Kyoto Kagawa, Tsotomu Yamazaki, Tatsuya Nakadai, Yutaka Sada
sceneggiatura: Akira Kurosawa, Eijiro Hisaita, Evan Hunter, Ryuzo Kikushima, Hideo Oguni
fotografia: Asakazu Nakai, Takao Saito
montaggio: Akira Kurosawa
musica: Masaru Sato
produzione: Tamoyuki Tanaka e Ryuzo Kikushima per la Kurosawafilms

L’industriale Gondo sta per concludere un affare che gli darà il controllo della società alla quale appartiene, ma una telefonata gli comunica che suo figlio è stato rapito e che per riaverlo deve pagare un riscatto di 30 milioni di yen. Subito dopo, la ricomparsa del figlio e la constatazione che nelle mani del ricattatore è caduto Schinichi, figlio del suo autista Aoki, mette Gondo di fronte al dilemma: accettare la situazione e rinunciare al più grosso colpo della sua vita, oppure salvare il bambino, non suo, dalla morte. Scelta la seconda ipotesi, sotto la direzione dell’ispettore Tokura, Gondo esegue le condizioni imposte dal ricattatore ed il bambino viene salvato.

Kurosawa disse di aver voluto realizzare questo film dopo che la figlia di un suo amico era stata vittima di un rapimento. Dal romanzo di McBain prende l’idea e la estremizza ponendo a confronto “paradiso e inferno”, che è anche il titolo originale del film, cioè la classe dirigente e i bassifondi. In un inizio alla Hitchcock Kurosawa ci mette subito sotto pressione non facendoci mai uscire da quelle quattro mura per tutto il primo atto e cioè fino alla consegna del riscatto. Una volta usciti cominciamo a seguire la traccia che ci porterà pian piano verso l’inferno. Un’indagine sul male, il delitto, la complementarità dei destini umani, i legami stretti tra vittima e carnefice in un alternarsi di scene tese e spettacolari ad altre tragiche e disperate. Le prime sequenze (la scoperta del rapimento), il viaggio lampo nel treno, la visita nel quartiere dei drogati, il confronto finale tra la vittima e il carnefice (il suo doppio) sono dei grandi momenti di cinema. (...)
Opera decisamente particolare nella filmografia di Akira Kurosawa, ma liquidare questo film accusandolo di essere “un thriller all’americana”, come qualche critico lo ha definito, è una solenne stupidaggine; rivisto oggi nella durata integrale, “Tra cielo e inferno” si rivela un’opera di una prodigiosa attualità, impeccabile sul piano visivo, tecnico, spettacolare. Da rivalutare, anche se è sicuramente il più “americano” dei film di Kurosawa.


organizzazione: Circolo del cinema "Effetto notte"