Artisti e Collezionisti a Cles

Mostra

La presenza di un attento collezionismo nel capoluogo della Valle di Non ha ispirato la mostra Artisti e Collezionisti a Cles ospitata nello spazio espositivo del Palazzo Assessorile di Cles. Questo collezionismo ha segnato, dagli anni Quaranta del secolo scorso, il passaggio di alcuni maestri contemporanei, spesso ospiti nella valle. Le importanti raccolte permettono oggi di tracciare un possibile percorso storico artistico che, negli anni, è stato allargato anche a quegli artisti non conosciuti direttamente ma le cui opere sono state motivo di "passioni". La mostra attraversa il periodo storico che va dal primo Novecento fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Questi anni sono essenziali per la definizione del linguaggio artistico che caratterizza l'età contemporanea, leggibile sia attraverso le vicende storico artistiche, che hanno segnato questo momento storico, sia attraverso le figure degli artisti che, con le loro opere, hanno interpretato lo spirito della contemporaneità.
Il territorio locale è stato protagonista di alcune vicende significative. La relazione tra la pittura di natura di impianto realista, espressa da artisti come Eugenio Prati e Bartolomeo Bezzi, destinata ad essere approfondita nella ricerca del colore sviluppata dalla pittura divisionista, sia da un linguaggio intenso come quello di Oskar Kokoschka che sfiora la rivoluzione delle avanguardie storiche, sia dalla presenza di Fortunato Depero, protagonista con Giacomo Balla del Secondo Futurismo. Queste sono le premesse per definire il linguaggio che, negli anni Cinquanta, rompe definitivamente la figurazione classica, riassunta dalla compostezza di Sironi e Campigli, per rappresentare, piuttosto, una espressione legata alla narrazione intimi sta e poetica di Licini o tesa verso la sperimentazione spazi aie di Fontana. Dal secondo dopoguerra, la pittura si appropria del gesto per comporre la realtà. Emilio Vedova, Santomaso, Dova, Afro, sono alcuni tra i protagonisti di questa ricerca.
Il percorso della mostra Artisti e Collezionisti a Cles parte da una prima sala nella quale sono esposti i ritratti realizzati da Eraldo Fozzer" Marino Marini, Manzù, Umberto Mastroianni, dedicati ai primi collezionisti che hanno fatto della Valle di Non un luogo di incontro per l'arte e per gli artisti. L'analisi del genere di paesaggio e l'attenzione alla quotidianità sono evidenti nei lavori di Eugenio Prati e di Bartolomeo Bezzi, le cui tele sono caratterizzate da un'elaborazione lirica e crepuscolare del tema della natura. È l'esperienza capesarina a travalicare questo sentimento della natura in esperienza simbolica.

Umberlo Moggioli ne descrive vedute illimitate che si aprono fino ad avvolgere orizzonti senza confini e che nascondono, nelle forme descrittive del paesaggio, la tensione tra la vita e la morte, creando atmosfere che vanno a sospendere la più quieta quotidianità. L'innovazione del linguaggio artistico si attua con l'esperienza delle avanguardie storiche. È, in particolare, il Secondo Futurismo di Giacomo Balla a muovere verso l'astrazione con il movimento plastico delle forme. Gli elementi della natura sono risolti attraverso una scansione che semplifica i volumi, appiattendo la struttura della composizione in favore di una rappresentazione dinamica dello spazio.
La seconda metà degli anni Venti è, da una parte, caratterizzata dal confronto con i termini della tradizione e della classicità e, dall'altra, a raffrontarsi con il linguaggio innovativo delle avanguardie storiche dei primi anni del secolo. L'irrompente novità delle avanguardie è, in realtà, interpretata attraverso il recupero della forma - secondo il gusto del "ritorno all'ordine" - e da una tensione espressiva del colore che si sviluppano in maniera del tutto personale. La pittura diventa un territorio fertile dove esprimere i miti dell'identità territoriale e della terra. Temi questi che ritornano nella scelta espressiva figurativa di Mario Sironi, Felice Carena, Filippo De Pisis e Aligi Sassu. Nella definizione del paesaggio si specificano le rappresentazioni di Santandrea e di Oskar Kokoschka dedicate al territorio trentino, come mostrano il paesaggio del Lago di Tovel o la veduta della Vai di Non con il Castello di Cles, che sono segno tangibite del legame tra artisti e collezionisti.
Gli anni Cinquanta coincidono con una diversa percezione del reale. L'arte cerca nuove forme. L'arte astratta nasce come rigore, nelle forme
della geometria, ma anche come gesto espressivo di una realtà individuale. Gesto e materia si compongono nelle opere di Mastroianni, di Vedova, nella pittura di Afro che raggiunge il suo equilibrio interno attraverso una composizione di elementi che restano come sospesi nella trasparenza della superficie, nella materia di Burri, nella poetica di Licini, nel taglio e nelle ceramiche dei "Concetti spaziali" di Fontana, nella cifra di Capogrossi e nella composizione tra pittura e scultura di Arnaldo Pomodoro. Negli anni Sessanta è ormai evidente la tensione ad oltrepassare la superficie, la necessità di costruire una dimensione ulteriore rispetto alla fissità dell'immagine, per suggerire delicate decorazioni o improvvise dichiarazioni di presenza come in Baj o, ancora, in Tapies.


organizzazione: Comune di Cles - P.A.T. - Regione Trentino Alto Adige