Ballo a tre passi

Cinema

Italia, 2003
Titolo originale: Ballo a tre passi
Durata: 107'
Genere: Drammatico
Regia: Salvatore Mereu
Cast: Caroline Ducey, Yaël Abecassis, Michele Carboni

Scandito in quattro episodi, corrispondenti alle stagioni e alle quattro età della vita, il film narra le storie di vari personaggi, i cui destini sembrano intrecciarsi casualmente. Un viaggio ideale nella Sardegna più aspra e arcaica e nella solitudine urbana senza speranza. Un cinema talentuoso tutto sguardo e messinscena, che sa osare e guardare. Uno tra i più interessanti debutti degli ultimi tempi. Vincitore della Settimana internazionale della Critica al Festival di Venezia.

Ci sono film (e c'è una particolare sensibilità nella percezione del "mezzo" cinema) che hanno da sempre cercato di raccontare la vita autentica ed i suoi protagonisti, a volte anonimi, altre silenziosi, cercando, quanto più possibile, di restituire quell'arcana ed inconfondibile magia che regna sovrana (e spesso invisibile) sulle loro teste!
Ed un'opera prima come quella del sardo Salvatore Mereu "Ballo a tre passi" (giustamente premiata come Miglior Film della 18° Settimana della Critica al recente Festival di Venezia) risponde assolutamente a queste leggi, facendoci scoprire un giovane autore che delle sue esperienze di vita vissuta (e raccontata) ha saputo farne vera, appassionante e potente materia narrativa.
Suddiviso in quattro capitoli, che raccontando le diverse stagioni dell'anno diventano lo specchio delle differenti età dell'uomo, "Ballo a tre passi" è il racconto corale (ma senza le furberie e strizzatine d'occhio di tanto cinema di storie ad incastri che sembra oramai diventato così di moda!) di un'umanità quotidiana e semplice; nel seguire le vicissitudini di un gruppo di ragazzini in viaggio per vedere, per la prima volta, il mare, nell'indagare e scoprire il primo incontro d'amore del pastore Michele, nell'immergersi in una festa di nozze dove "l'ospite" d'eccezione è Suor Francesca che da tempo non vede i suoi familiari, e nel fare la cronaca delle ultime ore di vita dell'anziano signor Giorgio, "Ballo a tre passi" ci affascina ed incanta per pulizia e schiettezza d' immagini ( da citare tutti e quattro i direttori della fotografia Renato Berta, Tommaso Borgstrom, Paolo Bravi, Nicolas Franik), volti di non attori di impressionante forza (escluse le due professioniste Caroline Ducey, l'aviatrice Solveig che dal cielo porta l'amore e che sul finale si fa eterea Caronte verso terre lontane, e l'attrice israeliana Yael Abecassis, volto di suora di delicata bellezza e rigore) e liricità di racconto che non diventa mai stucchevole o pedante.
Consigliato quindi a chi sul grande schermo preferisce, alle danze sfrenate e chiassose di tanti blockbuster roboanti , il "ballo a tre passi" di un cinema necessario e quindi assolutamente vitale.
Calogero Messina da www.stradanove.net


organizzazione: Nuovo Cineforum Rovereto - patrocinio del Comune di Rovereto Servizio Attività Culturali