Barack Obama

Convegno

Festa Democratica sulla neve

Festa d’autore. Incontri con libri e scrittori
con Paolo Gentiloni

Giuliano Da Empoli, “Obama. La politica nell’era di Facebook” (Marsilio, 2008)
Obama è il primo uomo politico che sia riuscito a fare leva sul potenziale di una nuova generazione, quella che gli americani chiamano i Millennials, i figli del terzo millennio. Obama ha già scritto più di 800 pagine di autobiografia. Invece di un programma, presenta all'elettorato una storia: la sua. In questo è perfettamente in sintonia con una generazione di narcisisti che si raccontano su internet, filmano con i cellulari ogni loro gesto, partecipano ai reality show. Obama non viene dalla politica, bensì dal volontariato. Tutta l'organizzazione della sua campagna elettorale è fondata su un meccanismo sofisticatissimo di social networking. Obama ha portato il carisma da rockstar nell'arena politica. La sua identità nera non è quella risentita e rivendicativa degli attivisti del passato, bensì quella vincente delle star della musica, del cinema e dello sport. Obama propone il sogno di una rivoluzione basata sul rifiuto delle vecchie linee di demarcazione razziali, ideologiche e politiche in totale sintonia con la generazione post-ideologica, ma molto impegnata sul sociale e sui temi ambientali, dei Millennials. In Italia tutto questo come viene recepito?

Guido Moltedo e Marilisa Palumbo , “Barack Obama. La rockstar della politica americana” (Utet, 2008)
È "il fenomeno". Barack Obama è l'uomo delle definizioni fuori misura. Per i media è la "rockstar" della politica statunitense. Per i palazzi di Washington, è l'uomo nuovo per il tanto atteso rinnovamento della cultura politica e della classe dirigente, in un paese profondamente cambiato nell'ultimo ventennio, al suo interno e nel rapporto con il mondo. Padre keniota e madre bianca del Kansas, cresciuto nel crogiolo multietnico delle Hawaii e in Indonesia, non è un figlio dell'America in bianco e nero, ma della nuova America multicolore. Senatore dell'Illinois, non è una meteora nell'universo politico statunitense, ma, al di là dell'esito della corsa presidenziale che lo vede protagonista, è destinato comunque a essere per lungo tempo uno degli attori principali sulla scena washingtoniana.