Bartolomeo Del Pero, un solandro nel mito di Andreas Hofer

Musica lirica

Andreas Hofer
La storia incontra il futuro
1809-2009

Die Schlacht am Berg-Isel 1809
Bartolomeo Del Pero, un solandro nel mito di Andreas Hofer

Bartolomeo Del Pero viene folgorato dalla poesia tedesca dopo una giovinezza trascorsa fra il lavoro di manovale nei piccoli cantieri edili del padre a Vermiglio e la frequenza dell'Accademia delle Belle Arti di Venezia. Approdato a Innsbruck nel 1873, a ventitrè anni, per sfuggire alla grigia vita che lo attendeva in un piccolo e periferico paese del Tirolo italiano alterna gli obblighi burocratici del suo lavoro in gerdarmeria all'assidua frequentazione della letteratura romantica tirolese. Il poeta Adolf Pichler, esponente di spicco dell'ambiente letterario nella città dell'Inn, è il suo riferimento. La dedizione con cui coltiva la sua passione dà, tenendo conto che la sua acculturazione è stata esclusivamente italofona, frutti insperati. Nel 1889 pubblica la sua prima raccolta di liriche “Immagini e voci”. Seguiranno “Tracce di una vita” (1913) e “Fra il Karwendel e le Dolomiti” (1931). Questi volumi convogliano la corposa produzione di quarant'anni di lavoro poetico che si concretizza principalmente attraverso la costante collaborazione con giornali e riviste. Tutta l'opera risuona dei suoi ricordi d'infanzia, della figura della madre, del paese natio e delle sue favole, della magia del paesaggio montano; elementi che si rincorrono in una dimensione intimistica e nostalgica di suggestiva efficacia poetica.
Ma l'acuirsi dei nazionalismi in Europa produce i suoi effetti anche sul nostro poeta.
Il clangore delle armi che esploderà nell'agosto del 1914 nei primi anni del Novecento è ancora solo un tintinnìo, ma ben percepibile e insistente. Su di esso si intoneranno schiere di artisti, scrittori, intellettuali.
Il primo passo di Del Pero nell'impegno politico-letterario è la collaborazione con il pianista e compositore tirolese Joseph Pembaur. L'occasione è la celebrazione del centenario della resistenza all'invasione napoleonica. Il mito dell'oste capopolo che guida un'insurrezione votata al sacrificio in nome della difesa del suolo natio era già da decenni un topos dell'ideologia asburgica in Tirolo.
Del Pero doveva sentire in modo particolare una comunanza d'affetti per l'eroe antinapoleonico. La forte e radicale cattolicità, la fedeltà alla casa regnante, l'amore per tutto il Tirolo senza distinzioni fra la parte tedescofona e la parte italofona.
Pembaur, infatti, musica un testo già presente in “Immagini e voci”. È la rappresentazione poetica di una delle tre battaglie del monte Isel, quella vittoriosa ovviamente. Le gesta dell'eroe tirolese e dei suoi fedeli Schuetzen sono rese in tono epico-celebrativo attraverso gli aspetti agiografici fissati nel mito che già allora si voleva anima dell'identità tirolese.
L’opera, Die Schlacht am Berg-Isel 1809, andò in scena ad Innsbruck il 13 agosto 1909. Il successo ottenuto con questa rappresentazione consacrò definitivamente il poeta nel Pantheon della letteratura patriottica tirolese.
La collaborazione con Pembaur non si limitò all'opera commemorativa del 1909. Il maestro austriaco musicò anche altre liriche del poeta di origine solandra. Le sue delicate armonie post-romantiche diedero un'aura sonora di particolare suggestività alla poesia Die Heimatglocken.

Il progetto: frutto della collaborazione con la Scuola di Musica “C. Eccher“, il Centro Studi val di Sole, i comuni di Dimaro e Vermiglio, l’assessorato del Comprensorio C7, riporta alla luce questo connubio artistico proponendo al pubblico trentino e tirolese il frutto della collaborazione di due artisti che hanno caratterizzato la vita culturale del Tirolo a cavallo fra Ottocento e Novecento.
Questa inedita operazione culturale avviene proprio in occasione del bicentenario dell'avventura hoferiana e nel centenario della prima di Die Schlacht am berg Isel 1809 con l'intento anche di guardare con oggettività storica eventi che segnarono drammaticamente l'Europa nei due secoli che abbiamo alle spalle.
Alberto Del Pero

DIE SCHLACHT AM DER BERG-ISEL
Testo di Bartolemo Delpero
Musica di Joseph Pembaur
Contesto storico
In seguito ad una nuova chiamata alle armi della milizia territoriale, i tirolesi ottennero un'ulteriore vittoria il 13 agosto 1809 (15.000 soldati bavaresi, sassoni e francesi al comando del generale Lefèbvre affrontarono un equivalente schieramento di Schützen sotto la guida di Hofer), dopo la quale lo stesso Andreas Hofer si insediò alla Hofburg di Innsbruck come comandante supremo del Tirolo.

Personaggi:
Tyrolia (Spirito delle montagne): Voce femminile - Prologo
Hofer (Andreas Hofer): Baritono - 1° - 2° - 3° Quadro
Haspinger (monaco patriota): Tenore - 1° - 3° Quadro
Bote (messaggero): Tenore - 2° Quadro
Speckbacher (generale): Basso - 3° Quadro
Coro maschile
Comparse di uomini, donne, bambini tutti in abiti tipici

Trama
Prologo
Tyrolia (che, da quanto posso aver inteso è un personaggio etereo senza tempo e volto) ricorda i maniera mitica i fatti del 1809 tessendo lodi a colui (Hofer) che con grande coraggio guidò gli Schutzen contro Napoleone.

1° Quadro
La scena di svolge nei pressi del Brennero dove Hofer ha il suo quartier generale. Nel paesino tutti (uomini, donne, bambini) sono al lavoro nei classici mestieri alpini.
Entrano Hofer ed Haspinger ed il comandante dice (con parole altisonanti da vero leader) che è tempo di tornare in guerra contro Napoleone. Tutta la popolazione maschile in coro dice di essere pronta a tornare sul campo di battaglia ed il quadro termina con tutti che cantano all’unisono “O vincere o morire”.

2° Quadro
Siamo a Schonberg dove un messaggero dice ad Hofer che le cose sul Berg-Isel non stanno andando per nulla bene. L’esercito napoleonico sta avendo la meglio e, nonostante gli sforzi, la battaglia sembra perduta. Hofer allora arruola tutti i contadini della zona e li esorta a posare la falce per imbracciare il fucile dicendo che il Tirolo ha bisogno di loro che Dio li aiuterà. La popolazione risponde in coro ed è pronta per combattere!

3° Quadro
Berg-Isel. Vicino alla croce in mezzo alla battaglia. Dapprima esorta i suoi a combattere ma è grazie all’intervento degli uomini comandati da Speckbacher che gli Schutzen vincono la battaglia. L’opera termina con una grande preghiera a Maria!