Bibliobirinti. Serate di lettura e musica

Convegno

Bibliolabirinti: la sovrapposizione di una biblioteca e un labirinto, il piacere di intuire collegamenti nuovi, una o più vie abbastanza lontane dall'ultima percorsa, quella che ha indicato l'ingresso, è vero, ma non solo per caso.
La biblioteca è un labirinto e come in ogni labirinto anche in biblioteca ci si perde. E' possibile perdersi, dunque, anche nello sopazio che più si conosce. Come, qui, interessa poco; conta di più, eventualmente, trovare le vie di uscita, che siano al contempo sicure e rapide.
Per questo, sei serate di lettura e musica (la rapidità) ciascuna delle quali presenta un tema e una tipologia di labirinto diversi (la sicurezza): sei diversi modi di intendere le cose attraverso più punti di vista, all'interno di un mondo, il labirinto, che non è solo vero ma anche verosimile.
Entrare, perdersi, ritrovarsi e poi uscire, quattro momenti coerenti che a volte coincidono con l'incoerenza della vita. Uniti fra loro da un filo conduttore: se l'uscita è la porta d'ingresso per un'altra via, allora il tempo si ferma o, più esattamente, si sospende. Leggere, come qualcuno di famoso ha potuto sostenere, salva la vita. Non la salva solo quando è già salva, e al filo non è appesa bensì lo stringe saldamente in mano: quando cioè scorre fuori dal tempo. Salvare chi è immortale non ha senso, ne ha invece sentire chi vive di sensazioni eterne.
Più precisamente: sentire i collegamenti fra un momento e l'altro, piano e con esattezza. "Se tu metti davanti a tutto il dovere dell'esattezza, quel che succede è che molti pezzi della vita, semplicemente, non accadono. Li fermi prima. E' come una sicura che impedisce all'esistenza di premere il grilletto" (Baricco).
Convertendo tutto all'esattezza si sospende il tempo di innamorarsi, viaggiare o leggere: si fanno le cose prima che queste accadano, perciò non si ha il tempo di sbagliare. Eppure l'esattezza non evita l'errore, più propriamente non gli dà il tempo d'esistere. Se si avese tempo, ma non se ne ha, di leggere ad esempio un libro e il labirinto che contiente, con l'esattezza s'intende, non si avrebbe più il tempo di sbagliare, e si starebbe sempre a leggere senza mai saperlo. Sarebbe come dilatare all'infinito l'esistenza, premere il grilletto una, due, tre volte senza morire mai o aver pensato di volerlo.
Per chi non ha pratica di biblioteche, libri e labirinti, un'avvertenza. Leggere un libro per entrarci è come leggere un labirinto per uscirci: un libro è un labirinto in cui non si può fare a meno di invischiarsi, ma una volta entrati, uscirvi è tanto più difficile quanto più lo si desidera. Se poi lo si desidera veramente, allora uscirne è impossibile.


organizzazione: Biblioteca di Mori - Assessorato alla Cultura Comune di Mori Ideazione e progettazione: Walter Filagrana (filagrana@infinito.it) e Marco Guidotto (guidotto@infinito.it)