Boduf Songs & Jessica Bailiff

Musica

Boduf Songs è il nome del progetto solista di Mathew Sweet, in tour con la sua compagna Jessica Bailiff con cui propongono un imperdibile doppio live set, accompagnati dal bassista Clive Henry.

Entrambe hanno visto uscire da poco i loro ultimi lavori: su Southern Records il nuovo LP di Mathew Sweet “Burnt Up On Re-Entry” col suo progetto Boduf Songs, tre anni dopo il bellissimo “This Alone Above All Else In Spite Of Everything”; su Kranky invece "At the Down-Turned Jagged Rim of the Sky", l’ultimo di Jessica Bailiff, compagna di Mathew, entrambe residenti ora nell'Ohio, USA.

Mathew Sweet iniziò come batterista nei Minute Manifesto, band hardcore di Southampton, UK, per poi evolvere anche verso una produzione solista come chitarrista e songwriter, pubblicando i precedenti quattro lavori con la Kranky come Boduf Songs. In questo tour suona anche la batteria nel set di Jessica Bailiff.

Giornalista: Cosa pensi della scena slowcore /drone-folk contemporanea?
Mat Sweet: In realtà sono generi che non ascolto più di tanto.

Jessica Bailiff suona e registra dal 1996, pubblicando cinque album sempre per la Kranky, oltre a molti singoli ed EP (www.morctapes.com). In questo suo primo tour europeo propone un live con il suo compagno Mathew Sweet e il bassista Clive Henry, che assieme formano anche i Ringing Bell, band doom/HC/drone di Chicago (www.flingcosound.com).

Giornalista: Cosa ne pensi della scena slowcore / drone-folk / ethereal contemporanea?
Jessica Bailiff: Non ne so niente!

Clive Henry di Southampton come Mathew, è musicista molto prolifico e dai molteplici progetti: littlecreature, HNW-Harsh Noise Wall, Bang The Bore Collective tra gli altri, oltre ai già ricordati Ringing Bell con lo stesso Mathew. Oltre a suonare il basso per Jessica accompagna regolarmente i live di Boduf Songs.

Col suo ultimo lavoro su Southern le chitarre di Boduf Songs si fanno più distorte, a tratti metalliche, e l'elettronica diventa più presente, ricordando l'uso che ne fa Tom York nei lavori solisti. La voce evoca quella del compianto Elliott Smith, soprattutto negli episodi più acustici e arpeggiati come in Song To Keep Me Still e il suo bellissimo video.

“…Il minimalismo di un tempo sembra aver ceduto almeno parzialmente il passo a una strumentazione più corposa, con tastiere, campionamenti ed elettronica varia ad affiancare sei-corde e microfono. E tuttavia, il taglio delle composizioni è sempre il medesimo, all’insegna cioè di un intimismo che suona personale e apocalittico insieme…” Aurelio Pasini, Il Mucchio