Boemia andata e ritorno

Convegno

Presentazione del libro
con l’autrice Wolftraud de Concini
e con Massimo Libardi

"Boemia andata e ritorno" di Wolftraud de Concini, Publistampa Edizioni, 2013.
L'autrice, all'epoca una bimba di 5 anni, racconta le vicende seguite all'espulsione dei tedeschi dalla Boemia alla fine della seconda guerra mondiale.
Nel libro anche i contributi di Paolo Rumiz, Milan Novák e Ondrej Matejka.

Il testo, basato su ricordi ed esperienze recenti e con una prefazione di Paolo Rumiz, mostra come la vita di una persona anonima, nelle sue piccole storie, possa racchiudere e rispecchiare la grande storia e renderla palpabile.
La Seconda guerra mondiale termina l’8 maggio 1945. Nei mesi che seguono, gli appartenenti alla minoranza di lingua tedesca vengono espulsi dalla Boemia, la loro patria, allora parte dell’appena ricostruita Repubblica Cecoslovacca. Questi i fatti storici che fanno da sfondo ad un capitolo decisivo nella vita dell’autrice del libro. Wolftraud de Concini, giornalista, autrice di testi, traduttrice e fotografa residente a Pergine Valsugana, infatti, è una dei tre milioni di profughi tedeschi dei Sudeti.
Decine di anni dopo l’espulsione ritorna in Boemia, il suo paese di nascita. È l’occasione per mettersi alla ricerca delle sue radici, per cercare di dare una risposta alla domanda se questa Boemia/Repubblica Ceca sia oggi (ancora/di nuovo) la sua patria, se considera i Cechi suoi compatrioti e se loro la considerano una loro compatriota. Comincia a ricordare, mette insieme vecchie foto di famiglia e documenti, inizia a scrivere. Con testi scarni, semplici, apparentemente leggeri affronta tematiche delicate e gravi: l’espulsione, la perdita della patria e lo sradicamento, la vita da profuga e l’eterno essere un’altra. Un autore ceco, Milan Novák, si inserisce di tanto in tanto con testi suoi, portando nuovi punti di vista alle annotazioni dell’autrice. In storie piccole, molto private risuona la »grande« storia, per una migliore comprensione tra i popoli.