Carnevale di Grauno

Manifestazioni ed eventi

Carnevale tra i più longevi del Trentino, caratterizzato dal rituale del rogo del pino, considerato rito di propiziazione e fecondità.

Pur con notevoli variazioni da paese a paese, in Val di Cembra i giorni della settimana del Carnevale erano un tempo denominati nel seguente modo: la "giobia màta"; il "vèndro sgnocolà", giornata dedicata agli gnocchi (di farina, pane o patate che siano, conditi per l'occasione con abbondante "botér"); il "sabo sföiadàr", uno dei pochi giorni dell'anno in cui le massaie preparavano la pregiata "pasta all'uovo" e, infine, i tre giorni "grassi": la "domenega gràsa", il "lundi gràs" e il "mardi gràs", fino al "mercol da le cendro" che segna l'inizio della Quaresima.

Il Carnevale di Grauno
È probabile che la sua origine sia antecedente al periodo romano e, probabilmente, retaggio degli antichi culti del popolo dei Reti che, nell'età del ferro e fino alla romanizzazione, viveva organizzato in tribù nell'attuale territorio regionale. Una di queste tribù era quella dei "Cimbri".
Se Grauno esistesse in quelle epoche antiche non è dato di sapere, ma quegli antichi culti dei grandi fuochi, che onoravano la Madre terra e le divinità pagane per propiziare i futuri raccolti della bella stagione, si sono tramandati nei secoli.
Il periodo del Carnevale, per Grauno, inizia tradizionalmente alla mezzanotte dell'Epifania quando i coscritti dell'annata si recano nel bosco, tagliano alcuni fusti di pino, li trascinano in paese e li legano alle colonne delle quattro fontane. Sarebbero proprio loro i responsabili dell'organizzazione del Carnevale, ma la situazione demografica ha a volte impedito questa regola tradizionale.
La fase centrale del Carnevale si svolge a partire dal sabato precedente il martedì grasso, quando un folto gruppo di persone armate degli strumenti del bosco si reca sul monte per abbattere la pianta già indicata in antico dal "saltàr", oggi guardia forestale. Il maestoso pino viene trasportato intero e sfrondato in prossimità del paese dove rimarrà fino al Martedì Grasso. Un tempo, con il ricavato della vendita del pino di carnevale era possibile pagare il vino al suonatore e a tutti i partecipanti, oltre a tutte le altre spese per il carnevale, compresa la trasferta a Trento dei coscritti per la visita di leva.
Nel giorno del Martedì Grasso, già prima del levar del sole tutti sono in fermento, mentre si approntano "soghe", catene, "rampìni" ed altro per il trascinamento del pino. A metà mattina il pino rituale, "parcheggiato" in prossimità del paese, viene trascinato con due grosse funi dalla "pontàra" fin sulla piazza dove ad attenderlo ci sono tutti i "grauneri".
Fin dall'antico a Grauno, per garantire la partecipazione alla tradizione, l'ultimo giorno di carnevale è vietata qualsiasi forma di lavoro: un tempo chi veniva colto in flagrante veniva processato e condannato da una specie di improvvisata gendarmeria locale che organizzava in grande stile l'arresto e istituiva un tribunale per il processo. Molti spettatori del "Carnevale" sono però anche forestieri, i quali un tempo, per partecipare a questa tradizione prettamente "gràunera", erano obbligati a pagare una sorta di gabella, e a tale scopo raggiungevano il paese muniti di una damigiana di vino.
C'è attesa soprattutto per la "comèdia", preparata in gran segretezza nei giorni precedenti. Il pubblico si sistema un po' dovunque, utilizzando anche i poggioli e le finestre prospicienti la piazza, al cospetto dell'albero disteso sulla piazza. La recita degli improvvisati attori si conclude sempre allo stesso modo, e lo sposo, con un pezzo di "dàŝa" immerso nel vin cotto, battezza il "Pin". Mentre ricorre l'invito pubblico a bere "sia òmeni che fémene" perché "doman l'è le Cenere".

Le vie del paese risuonano di suoni e di canti, e il risplendere di fiaccole esalta ancor più i variopinti cappelli dei coscritti che si dirigono alla "Busa", per dare avvio al secolare falò che illumina il paese e la valle e che è da sempre, con le sue faville trasportate dal vento, oracolo sulle messi future, sull'abbondanza o sulla ristrettezza, sul divenire di un anno di vita di questa comunità.
Alla "Busa" sotto le Poze è già stata approntata la grande buca creata in un dosso costituito quasi interamente da terriccio nero e carboni, frutto di secoli e secoli di immutabile rito. Si dice che un tempo la buca, oggi di 3 metri circa, sia stata di 7 metri, e che sul fondo giaccia una lastra di porfido dove poggiava fin dal medioevo il grande pino di carnevale.
Tra un tiro e l'altro, un raddrizzamento e qualche momento di paura ed emozione, alla fine il pino si erge ritto ed imponente al cospetto dell'intera valle, e sorvegliato dall'intero paese. È giunta l'ora dell'addobbo che, se un tempo consisteva esclusivamente in fasci di "pàia e vincèi" richiesti nel paese e "tràti gio da i pontesèi", attualmente è arricchito da covoni, "pèlez", e fasci di rami. L'operazione non è facile: è necessario passare di ramo in ramo, salire fino alla cima, assicurare tutto nel miglior modo, così che lo spettacolo della sera riesca alla perfezione.
Ed al giungere del manto della notte ecco l'Ave Maria, il corteo, i canti, i coscritti e gli sposi, ed infine il grande falò: nell'allegro rumore delle "bolìfe", mentre i presenti leggono segni di profezia per l'anno che verrà, ancora una volta si compie il ciclo immutato del "Carnevàl de Graun".
Ecco dunque nel grande mosaico della storia del Carnevale europeo una piccola ma preziosa tessera, "Grauno", che con tenacia guarda ancora al futuro per riproporre, attraverso una secolare usanza, le radici e le valenze di una orgogliosa comunità di montagna.

Programma 4 marzo

• Ore 9,00 - Trascinamento del PINO in Piazza Bociat con la partecipazione del Carnevale tradizionale di Valfloriana
• Ore 9,30 - Commedia, battezzo del PINO, trascinamento fino alla "Busa del Carneval" e innalzamento del PINO
• Ore 11,00 - Esibizione del Carnevale tradizionale di Valfloriana presso il teatro tenda
• Ore 12,00 - Pranzo in compagnia
• Ore 13,30 - Allestimento del "PINO DI CARNEVALE"
• Ore 14,30 - Intermezzo musicale
• Ore 15,00 - Ballo liscio con la fisarmonica di "Bruno Regnana"
• Ore 19,00 - Corteo lungo le vie del paese e FALÒ DEL CARNEVALE
• A seguire: BALLO liscio fino alla quaresima con "Bruno Regnana"