Carnevale mòcheno
Carnevale dei Bètsche
Nella comunità mòchena il carnevale inizia subito dopo l'Epifania e assume significato grazie alle maschere (un tempo si usava semplicemente un velo per coprire il volto), ma soprattutto grazie al ballo che costituiva, in passato, la principale occasione d'incontro tra i giovani della comunità e tra i vari paesi.
La continuità e il perdurare di un insieme di gesti, parole, atteggiamenti e azioni contraddistinguono il carnevale che ogni anno il martedì grasso (vòschnto) si svolge a Palù. La rappresentazione del bètscho e della bètscha - le due figure principali, chiamate anche vecchi, vèci - hanno subito nel corso del tempo dei cambiamenti; rimane comunque una grande partecipazione e la consapevolezza soprattutto nei giovani, dell'unicità del rito che ha simbolicamente assunto valori e prospettive nuove, legate all'esistenza e all'identità della piccola comunità.
I personaggi
Le caratteristiche principali del costume del bètscho sono: un copricapo di pelle di capra terminante a due punte ornate da pennacchi e campanellini e un camicione di canapa bianca fermato in vita da un cinturone di cuoio che permette di trattenere una vistosa gobba formata di fieno. Der bètscho e de bètscha hanno il viso interamente coperto di nero e portano rispettivamente in mano un bastone e uno scopino. De bètscha è vestita semplicemente da donna, con un cappellino in testa. Der òiartroger (il raccoglitore delle uova) indossa un vestito festivo scuro con qualche ornamento; sulle spalle porta una cassetta, kraks, dove vengono riposte le uova. Viene chiamato anche teit, ossia padrino.
Lo svolgimento
Il martedì grasso, nelle ore antimeridiane, i tre personaggi iniziano la vestizione nel maso più alto del paese e subito cominciano il loro percorso che li porta di maso in maso a "seminare" fertilità e abbondanza. I due tendono a progredire di corsa e con grandi balzi, mentre il terzo gli segue a distanza camminando lungo i più comodi sentieri e raccogliendo dalle famiglie le offerte in uova.
Un momento importante del rituale è la morte simulata del bètscho e della bètscha. Con il bètscho a terra, la bètscha procede alla lettura del testamento. Questo si ripete per la morte della bètscha. Nel testamento sono chiamati in causa i coscritti e le coscritte di tutto il paese; de bètsche, i vecchi, assumono quindi il ruolo di genitori di tutti i ragazzi della comunità. La lettura del testamento suscita grande attenzione e ilarità, perché avviene una sorta di gioco di inversione dei ruoli, dove il patrimonio della famiglia della ragazza viene lasciato al ragazzo e viceversa, sovvertendo le tradizionali regole di successione.
Subito dopo, vengono offerte le torte preparate dalle ragazze della località, presso la quale la sera precedente sono state anche raccolte informazioni per la stesura del testamento.
Il corteo carnevalesco termina al tramonto con il rogo del fieno contenuto nella gobba del bètscho e delle carte dei testamenti. Tutta la comunità festosa si reca quindi in un prato chiamato Schèrzerbis, dove si brucia un enorme falò (vòschn) preparato precedentemente.
organizzazione: Bersntol Kultur Institut