Carnevale mòcheno
Palù in valle dei Mocheni la festa di Carnevale è forse la festa più importante dell'anno. Protagonisti e organizzatori della festa sono i "coscritti" nel cui ambito debbono essere scelte le tre maschere fondamentali del Carnevale mocheno: il vecio, la vecia e l'oiertrogar (il raccoglitore di uova).
Molto complesso il cerimoniale cui devono dar vita. Il lunedì di carnevale visitano una per una le case delle frazioni, ordinano le torte che serviranno l'indomani e raccolgono notizie sulle ragazze che vi abitano. Il martedì si comincia di buon mattino. Il corteo carnevalesco passa di maso in maso, dove avviene una semina beneaugurante e si raccolgono uova, vino e offerte in denaro. Poi tutti al bar dove il vecio crolla a terra come morto e la vecia (ma poi le parti si invertiranno) scopre il testamento e lo legge.
E' la parte più importante della cerimonia: il testamento è un atto burlesco (in passato veniva scritto nella lingua mochena) attraverso il quale si parla del paese, della sua gente e si stabiliscono gli accoppiamenti tra i giovani per il ballo. La comitiva visita così tutte le frazioni ripetendo il rito senza mutamenti. La conclusione avviene, questa volta alla presenza di turisti e curiosi (in pochi hanno il coraggio di seguire il corteo nei masi più alti), nella piazza principale dove il cerimoniale si ripete per l'ultima volta.
In tarda serata i bambini accendono un grande falò e salutano il Carnevale che se ne va.