Caro Sessantotto
Donna Mondi Domani
Presentazione del Libro "Caro Sessantotto" di Maria Elisabetta Montagni, scrittrice
Sarà presente lAutrice
«Un diario Jacovitti spiega l'autrice anno scolastico 1967-68 e una separazione, una classe terza superiore e la disperazione, lettere ai compagni di classe e la piazza di lapislazzuli. Risultato: un alito sulle braci degli anni roventi, di cui non si è ancora detto tutto e non abbastanza e un rammendo su un cuore ferito. Un pezzo di memoria da incastrare nella ricomposizione del 68 senza paura di vederne il disegno né il futuro appena passato». (l'autrice)
Chi ha vissuto il Sessantotto e quegli anni ne è orgoglioso, chi è nato successivamente sente che qualcosa gli è mancato. Le visioni, oltre che storiche, anche personali, intime, poetiche, la presa di coscienza che si può anche aver sbagliato, alimentano tale concezione. Un libro che non è solo un ricordo o una rivisitazione storica, ma che può contribuire, soprattutto nei giovani, a risvegliare quel senso di appartenenza a una comunità, a degli ideali, a degli obiettivi che sembra oggi assopito tra una
scatola quadrata e la ricerca dellultima tecnologia.
LAutrice
Vivo a Riva del Garda. Dalletà di sei anni sono a scuola prima come scolara poi come maestra, uno dei più bei mestieri da imparare. Dalletà di undici anni ho un fratello con un cromosoma in più nella coppia ventuno, che ha orientato pensieri e passi. Dalletà di ventisei anni e per sempre sono madre di una figlia. Ho imparato a fare la moglie e a non esserlo più. Nel frattempo ho studiato pedagogia, shiatzu, lingue, cooperazione internazionale. Mio padre nei fatti e nelle parole continua a insegnarmi il mestiere di figlia.
Poi la vita si strappa e il mondo esterno prorompe nella coscienza e la fa evolvere.
Attualmente lavoro presso il Dipartimento Istruzione di Trento, nel Centro Risorse Integrazione, come consulente sulle tematiche dell'inclusione.
Riguardo alla mia anima, ho una stanza tutta per me dove sto imparando a conoscere il mio firmamento interiore e a nutrire la forza innovatrice della creatività. Nel giardino intorno alla stanza coltivo la gioia delle relazioni con gli esseri umani, alberi che si muovono, come ebbe a dire un cieco palestinese quando miracolosamente riebbe la vista.
Maria Elisabetta Montagni
organizzazione: Musei di Ronzone