Caterina Marinelli. Cani

Mostra

A Cura di Daniela Rosi

Caterina e i suoi cani. Caterina, "quella" dei cani. Quante volte parlando di lei con la gente, in paese, si sono sentite queste parole. Parole significative di un sentire comune, espressione di un'etichetta a lei apposta da chi poco conosce il suo vissuto e le sue qualità umane ed artistiche. Pochi infatti sanno, soprattutto a Segonzano e in valle, che proprio quei cani sono la sua cifra stilistica, identificativa di un'arte di alta qualità espressiva. Qualità ben conosciuta, invece, negli ambienti dell'outsider art o arte marginale alle cui mostre collettive, regionali e nazionali, Caterina ha partecipato.
Compito di un'amministrazione, in ambito culturale, non è solo quello di promuovere eventi che abbiano come finalità lo studio della memoria storica ma anche di far conoscere e valorizzare le persone che in quella comunità si distinguono, a vario titolo e in varie forme.
Ecco perciò la volontà di dedicare a Caterina Marinelli la sua prima mostra personale corredata da un catalogo che ne riconosca e valorizzi le sue alte qualità artistiche, che ne evidenzi e sottolinei l'originalità oltre i confini dell'arte irregolare.
Il volume è stato volutamente redatto in lingua italiana e inglese affinché il talento di Caterina Marinelli abbia la possibilità di varcare le soglie nazionali e di proiettarsi verso orizzonti più lontani.
Un ringraziamento sentito va a tutti coloro che con passione hanno collaborato alla realizzazione di questo progetto. Agli autori dei testi che hanno saputo cogliere il significato profondo dell'opera dell'artista, al grafico e ai fotografi che attraverso la qualità delle immagini ne hanno evidenziato la potenzialità evocati va e simbolica, a Daniela Rosi, curatrice della mostra e del catalogo, che con pazienza e grande sensibilità ha seguito ogni fase del lavoro.
Il risultato è un ritratto intenso e profondamente umano di Caterina Marinelli colta non solo nei suoi momenti artistici ma anche nel suo vissuto quotidiano, sempre in compagnia di quei cani la cui presenza reale, o simbolicamente rappresentata nella tela e nelle opere scultoree, rimanda a pulsioni ancestrali in cui l'uomo e l'animale si fondono in un tutt'uno di sofferenza, di dolore, ma anche di adesione alla vita.