Chi ha paura muore ogni giorno

Convegno

Incontri con l'autore

Giuseppe Ayala, Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino, Mondadori, 2008

Sono passati quindici anni dalla terribile estate che, con i due attentati di Punta Raisi e di via d'Amelio, segnò forse il momento più drammatico della lotta contro la mafia in Sicilia. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino restano due simboli, non solo dell'antimafia, ma anche di uno Stato italiano che, grazie a loro, seppe ritrovare una serietà e un'onestà senza compromessi. Ma per Giuseppe Ayala, che di entrambi fu grande amico, oltre che collega, i due magistrati siciliani sono anche il ricordo commosso di dieci anni di vita professionale e privata, e un rabbioso e mai sopito rimpianto. Ayala rappresentò in aula la pubblica accusa nel primo maxi-processo, sostenendo le tesi di Falcone e del pool antimafia di fronte ai boss e ai loro avvocati, interrogando i primi pentiti (tra cui Tommaso Buscetta), ottenendo una strepitosa serie di condanne che fecero epoca. E fu vicino ai due magistrati in prima linea quando, dopo questi primi, grandi successi, la reazione degli ambienti politico-mediatici vicini a Cosa Nostra, la diffidenza del Csm e l'indifferenza di molti iniziarono a danneggiarli, isolarli. Per la prima volta, Ayala racconta la sua verità, non solo su Falcone e Borsellino, che in queste pagine ci vengono restituiti alla loro appassionata e ironica umanità, ma anche su quegli anni, sulle vittorie e i fallimenti della lotta alla mafia, sui ritardi e le complicità dello Stato, sulle colpe e i silenzi di una Sicilia che, forse, non è molto cambiata da allora.

Giuseppe Maria Ayala, dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita all'Università degli studi di Palermo, esercitò la professione di pubblico ministero diventando, tra l'altro, Consigliere di Cassazione. Amico di Giovanni Falcone, ebbe un ruolo di spicco nel pool antimafia. Dal 1992, dopo l'omicidio di Falcone e Paolo Borsellino, si occupò anche di politica diventando deputato nelle fila del Partito Repubblicano Italiano. In seguito a Tangentopoli (inchieste sulla corruzione dei partiti alle quali egli partecipò attivamente) ed alla crisi del PRI, Ayala passò ad Alleanza Democratica, confermando il seggio alla Camera dei Deputati nel 1994. Dopo la scomparsa di AD, insieme a Giovanna Melandri passò tra i Democratici di Sinistra, partito con il quale venne eletto senatore nel 1996 e nel 2001. Sottosegretario al Ministero di Grazia e Giustizia durante il governo Prodi I, l'incarico gli fu riconfermato anche nei successivi governi D'Alema I e II.


organizzazione: APT S. Martino di Castrozza Primiero e Vanoi