Cinque pezzi facili

Cinema

Effetto Notte. Cineforum 2007/2008

Usa, 1970
Titolo originale: Five Easy Pieces
Genere: Drammatico
Durata: 98'
Regia: Bob Rafelson
Cast: Susan Anspach, Karen Black, Jack Nicholson, Lois Smith

Pianista vagabondo e sradicato torna a casa dopo una lunga assenza per l'ultimo saluto al padre, ma l'atmosfera lo soffoca come una ragnatela. Guidato dall'istinto di vita, si rimette in strada senza bagagli.

Cinque pezzi facili (o Five easy pieces nell’originale, con un richiamo a “Easy rider”, in cui Jack Nicholson, qui protagonista, faceva la parte dell’avvocato ubriacone) è fra i migliori film dell'America a cavallo tra il '60 e il '70. E non soltanto per le amarissime cose che dice, del resto non tutte nuove: anche per la sobrietà dello stile, la verità dell’interpretazione, i risultati ottenuti con mezzi relativamente modesti. Le sue virtù, amalgamate con molta semplicità formale ma con una notevolissima densità narrativa e finissima esattezza di disegno, risaltano nel ritratto di un uomo sui trent’anni, Robert Dupea, che racchiude in sé e nell’atmosfera che lo circonda, quasi lo asfissia, una immagine dell’America molto più autentica di quella offertaci sia dai film arrabbiati e rabbiosi dei giovani contestatori sia dai confetti neo-sentimentali dei professorini. Qui niente hippies, niente studenti in rivolta, niente pantere nere, e nemmeno lacrimucce, ma soltanto il singhiozzo di un disadattato che soffre dell’infelicità di vivere in un mondo alienato e alienante, che cerca e non trova, e fugge e si perde e non sa più a quali certezze aggrapparsi. Un uomo braccato dalla vita, che sciupa tutto quello che tocca perché la sua anima è infetta. Vittima ed eroe d’un mondo instabile, di esuli coi nervi a fior di pelle, colorato di seppia e di malva, Robert deve ripetersi più volte, a voce alta, di sentirsi bene. In realtà continuando a fuggire, egli cerca scampo a un crollo che minaccia di coinvolgere conservatori e progressisti, e in cui si riflettono le nevrosi del secolo. Poche volte come qui il cinema americano, sfuggendo all’insidia dell’autocommiserazione, ha saputo esprimere i disinganni del proprio paese, e spargere sale sulla ferita. Altro che “Love story”...


organizzazione: Circolo del cinema "Effetto notte" - in collab. con Unione Italiana Circoli del Cinema, Comune di Pergine Valsugana