Come i nuovi media cambiano le relazioni
La Comunità Alto Garda e Ledro in collaborazione con gli Istituti comprensivi di Arco, Dro, Valle di Ledro, «Riva 1» e «Riva 2» invita i genitori ad una serata di sensibilizzazione promossa nell'ambito del progetto «Uscita di sicurezza» dal titolo: «Come i nuovi media cambiano le relazioni in famiglia e tra pari. Tempo libero, svago e nuove forme di dipendenza». Venerdì 22 novembre nella sala assembleare della canonica di Pieve di Ledro con inizio alle 20.30. La partecipazione è libera.
É possibile migliorare la capacità critica dei ragazzi nella scelta di stili di vita sani e responsabili rispetto alle nuove tecnologie e nei rapporti tra pari? Il progetto «Uscita di sicurezza» si muove in questa direzione attraverso un percorso sperimentale a cui hanno aderito 26 classi della secondaria di primo grado. Si tratta di percorsi scolastici strutturati in cicli di tre incontri di due ore ciascuno che offrono occasioni concrete e strumenti di conoscenza e riflessione affinché, a partire dal proprio vissuto, i ragazzi possano compiere un percorso di esplorazione del mondo emozionale in riferimento ad alcuni comportamenti a rischio legati all'utilizzo della Rete e alle relazioni nel gruppo dei pari.
Il team «Uscita di sicurezza» è composto da quattro educatori della cooperativa Ephedra guidati da Mauro Cristoforetti, noto formatore di Media Education (per l'area sicuri in rete), e da Elisa Mendola, psicologa e formatrice del Centro Psicopedagogico di Piacenza (per l'area sicuri in gruppo), con il coordinamento pedagogico di Sabrina Zanon. Il metodo adottato è di tipo partecipativo e privilegia un approccio diretto e informale, basato sull'analisi delle attitudini, degli atteggiamenti e dei comportamenti dei ragazzi per potenziare le life skills, cioè le abilità e le competenze necessarie per entrare in relazione con gli altri, affrontare le difficoltà e le pressioni della vita in maniera più efficace.
Il percorso ha preso il via nella scuola secondaria di primo grado di Bezzecca e si concluderà in primavera alla scuola Nicolò d'Arco di Prabi ad Arco; seguendo un'evoluzione a spirale, il programma prevede anche un parallelo coinvolgimento di docenti e genitori, nella consapevolezza che la "sicurezza" nasce da una corretta informazione e da un approccio metodologico che prevede una partecipazione attiva e responsabile nella gestione dei processi educativi.
«La presenza di cellulari, video games, internet e social network nella vita dei bambini e dei ragazzi - dice la coordinatrice del progetto Sabrina Zanon - e il consumo quotidiano di socialità online sono molto diffusi tra i ragazzi (uso quotidiano di media un'ora: 71% video games, 26 % computer, 23 % internet) e stanno condizionando e trasformando in maniera sostanziale la relazione con l'altro e il concetto di amicizia. Spesso gli schermi diventano barriere dietro alle quali i ragazzi stessi si nascondono e si mimetizzano: hanno tante "amicizie" e contatti on-line, ma comunicano poco di sé. Utilizzano le tecnologie con competenza tecnica, ma con poca consapevolezza su possibilità e rischi. Vi è una parallela scarsa informazione e formazione da parte dei genitori: sanno superficialmente cosa possono fare i loro figli, nativi digitali, attraverso le nuove tecnologie, oppure hanno idee molto generiche e approssimative. Ma l'aspetto più sconcertante è la presenza di regole poco chiare e coerenti rispetto all'uso della rete, a differenza di altri ambiti (uscire la sera, guardare la tv, usare il cellulare). Questo è un terreno nuovo, verso il quale non esistono precedenti a cui fare riferimento. Per questo diventano preziose anche le occasioni in cui coinvolgere genitori, insegnanti ed educatori per esaminare le abitudini quotidiane dei ragazzi e riflettere sulla regolamentazione dell'utilizzo dei nuovi media all'interno della famiglia, della scuola e dei contesti extrascolastici, in un atteggiamento educativo e di promozione alla crescita».
Relatore della serata del 22 novembre è Mauro Cristoforetti, formatore all'uso responsabile dei nuovi media che lavora da diversi anni nell'ambito dei diritti all'infanzia per Save the Children; è membro del tavolo Nuovi Media della Provincia autonoma di Trento ed autore di diverse pubblicazioni, oltre che relatore a convegni, esperto e appassionato di nuove tecnologie informatiche