Cristeros! Il martirio dei messicani cattolici
I «Cristeros», sono i contadini cattolici messicani che negli anni 20 si ribellarono impugnando le armi contro il governo laicista, in difesa della fede e della libertà.
Cristeros! Il martirio dei messicani cattolici
Introduzione:
don Matteo Graziola - La questione cruciale ieri e oggi
Relatore:
Paolo Gulisano - La storia dimenticata dei Cristeros
Durante la serata verrà proiettato un filmato informativo e presentato il libro Viva Cristo Re! Cristeros: il martirio del Messico (1926-1929) di Paolo Gulisano
Aula Magna Scuola Elementare, via Raffaelli - ingresso libero
Organizzato da
Associazione culturale La Torre
www.associazionelatorre.com
Schuetzenkompanie Roveredo
www.ilmondodeglischuetzen.it
Con il Patrocinio di
Comune di Volano
www.comune.volano.tn.it
In collaborazione con la
Parrocchia di Volano
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Paolo Gulisano (Milano, 1959), medico e scrittore, è considerato uno dei maggiori esperti di Letteratura Fantasy, sulla quale ha pubblicato numerosi saggi e articoli. Grande conoscitore della cultura britannica, è autore di saggi su J.R.R. Tolkien, Chesterton, Lewis, Belloc, Oscar Wilde, di testi sullIrlanda e sul mondo celtico, da Re Artù a Peter Pan, gran parte dei quali costituisce un unicum nella pubblicistica italiana. È anche collaboratore di numerose riviste, radio e siti internet e recentemente ha esordito nella narrativa dando seguito alle avventure di padre Brown.
I MARTIRI DI CRISTO RE
Di Paolo Gulisano
Secondo S. Agostino il destino della Chiesa è quello di proseguire il suo pellegrinaggio tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio. Uno dei casi più drammatici di persecuzione contro i cattolici nel 900 avvenne in Messico, un paese che negli anni di inizio secolo conobbe una Rivoluzione che provocò il martirio di decine di migliaia di cattolici messicani, a causa della persecuzione antireligiosa scatenata dal regime, ossia da quella classe dirigente giacobina (con forti legami con la massoneria e con centri di potere economico-finanziari internazionali) che, liquidatala fase populista della Rivoluzione, quella che aveva visto come protagonisti Villa e Zapata e che è stata resa celebre da tanta cinematografia hollywoodiana, venne meno a gran parte delle promesse di giustizia sociale, in particolare nei confronti dei contadini, e instaurò una forma di governo fortemente autoritaria, che preservando gli interessi economici di pochi oligarchi (molti dei quali statunitensi) si attirò comunque il consenso dei progressisti attraverso lattuazione di una politica culturale ferocemente avversa alla Chiesa, o meglio: ad ogni espressione sociale del cristianesimo. Migliaia di vittime che morirono gridando ai propri carnefici Viva Cristo Re!, ossia che a Dio solo è consentito rendere culto e onore come di Re, e a nessun potere mondano né ideologia umana che pretenda di essere idolatrata. Quella Chiesa che dalla Rivoluzione fu spogliata, ferita, abbattuta, era ben viva nella Piazza di fronte a Pietro, al Vicario di Cristo Re. Un cristianesimo confinato nella sagrestie e allontanato dalla società era lì, con i suoi canti guadalupani, con la testimonianza vivente che il seme caduto in terra muore ma per dare nuovo frutto. Il Novecento è stato il secolo della lotta contro il Drago, e quello che accadde in Messico stupisce perché non fu lopera di una dittatura fascista o comunista, ma di un regime ufficialmente e internazionalmente riconosciuto e accreditato, che tuttavia si proponeva, sulla scorta di quanto messo in atto dalla Rivoluzione Francese in poi di relegare Dio in cielo e i credenti nelle chiese; La finalità era costruire l uomo nuovo, violentando quella che è la natura delluomo stesso, la sua realtà concreta, in forza delle pretese dellutopia. Come disse Lenin in uno dei più significativi esempi di questa forma mentis, se la realtà non corrisponde alle teorie, tanto peggio per la realtà. Così avvenne per il Messico, che subì il furore ideologico di chi stabilì che il paese andava purgato da ogni segno visibile del cristianesimo, a cominciare dalla società per finire alla coscienza dei singoli. Unimmane opera di scristianizzazione compiuta con la forza. Non una guerra civile, ma il conflitto tra un potere dotato di mezzi economici e di un esercito di leva obbligato a combattere, e dallaltra un popolo intero che combatteva unicamente per difendere le libertà fondamentali: la libertà religiosa, la libertà di educazione per i propri figli, la libertà di vivere secondo i propri princìpi e non secondo lideologia imposta dallo stato. Fu una guerra condotta dallutopia contro il popolo reale, una autentica guerra contro la religione, contro ogni segno della fede incarnata che pure costituiva la più autentica identità del Messico. I martiri della Cristiada furono i sacerdoti morti innocenti, parroci di villaggio che venivano trucidati in quanto rappresentanti delle forze delloscurantismo e della superstizione. Erano i giovani militanti cattolici, come Salvador Lara Puente, ucciso a 21 anni, o come Manuel Morales, ventottettenne padre di tre figli, presidente della Lega per la Difesa della Libertà Religiosa, che davanti al plotone desecuzione gridò: io muoio, ma Dio non muore.
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organizzazione: Associazione La Torre