Dialetti, linguaggi e globale: dove va la lingua e dove la poesia?

Convegno

Il Piacere della Parola
L'incontro con Franco Loi e Andrea Zanotti, che parlano del tema "Dialetti, linguaggi e globale: dove va la lingua e dove la poesia?", è organizzato, con la collaborazione del Comune di Sarnonico, dal Coordinamento Teatrale Trentino in apertura del ciclo dedicato al "Piacere della Parola"
Franco Loi è uno dei massimi poeti dialettali italiani;
Andrea Zanotti è professore ordinario all'Università di Bologna e si occupa da anni delle questioni sdell'identità e dei linguaggi.

FRANCO LOI nasce a Genova nel 1930 da padre sardo e madre ligure e fin dall'infanzia si trasferisce con la famiglia a Milano dove, dopo varie esperienze lavorative in diversi settori, opera a lungo nel mondo dell'editoria, Poeta militante negli anni caldi della contestazione, segue un percorso di formazione politica e cu1turale che lo avvicina molto, in quegli anni, a Dario Fo e Franca Rame dei quali è amico fraterno, per poi lentamente allontanarsi dall'esperienza politica e cercare così, anche sotto il profilo poetico, altri temi di grande spessore che lo avvicinano così ad una religiosità intensa e quasi francescana, ossatura originale delle sue produzioni poetiche più recenti.
Da anni collabora al supplemento letterario de "Il Sole 24 Ore" e scrive sui più autorevoli quotidiani nazionali. Oltre a vari racconti e saggi sulla poesia ha pubblicato alcune preziose raccolte poetiche, fra le quali vanno ricordate: "I cart" (1973) - "Poesie d'Amore" (1974) -"Stròlegh" (1975) - "Teater" (1978) - "L'Angel" (prima parte 1981) - "L'aria" (1981) - "Lünn" (1982) - "Bach" (1986) - "Liber" (1988) - "Memoria" (1991) e "L'Angel" (seconda parte 1994).
È stato più volte inserito nella "rosa" dei possibili candidati al Premio Nobel per la Letteratura ed è oggi considerato, dalla critica e dagli studiosi del settore, uno fra i massimi poeti italiani viventi, insieme all'altro grande poeta dialettale Andrea Zanzotto. Ma per meglio comprendere i tratti della poesia di Franco Loi, vale la pena richiamare le parole di Cesare Segre che del poeta scrive: «.. .Mentre il dialetto milanese, usato come sempre da Loi con espressività rigorosa, si stria di echi di canzoni o s'incrosta di frammenti del lessico di un'attualità popolarmente poliglotta, e si alterna, assecondando l'onda dei ricordi, al colornese, al genovese, al romanesco, le note documentano con puntigliosità nostalgica la serie di esperienze di vita e di passione politica, gl'incontri, le iniziative, gli entusiasmi spesso bocciati dalla realtà. Così la storia di Loi, presentandosi come una specola socialmente periferica, giunge spesso a toccare i centri nevralgici di una storia che è stata la nostra. Questa storia, Loi la va trasfigurando da anni nelle sue poesie e costituisce il canovaccio di una serie di illuminazioni - evocazioni che ci sono state portate dalla corrente della sua memoria inesauribile. Tanto più efficaci, allora, c'investono le riflessioni sul senso del mondo, sulla presenza di un divino in noi che di continuo ci è strappato o negato, su un paradiso che il nostro angelo continua a intravedere e non è certo di poter mai raggiungere, mentre senza tentennamenti raggiunge gli alti livelli della poesia...»


organizzazione: Coordinamento Teatrale Trentino - Comune di Sarnonico